453_ADIDAS VS PUMA (Duell der Brüder - Die Geschichte von Adidas und Puma); Germania, 2016. Regia di Oliver Dommenget.
L’idea di un film che parli di una rivalità prevalentemente
commerciale, è l’indice di quanto i prodotti, le merci, siano diventati
importanti nella nostra società. Adidas
Vs Puma – Due fratelli in guerra, tv-movie di Oliver Dommenget racconta, in
modo romanzato, la storia e la nascita della rivalità tra i fratelli Dassler.
Il film è una produzione onesta, anche se la scelta della fotografia invecchiata può anche rapidamente
stancare; l’impressione ricercata è quella delle vecchie pellicole in bianco e
nero colorate in seguito, un espediente che era usato anche in fotografia. In
ogni caso si tratta di un aspetto abbastanza marginale. Interessanti i dettagli
tecnici, ad esempio il vecchio laboratorio dove Adolf Dassler (Ken Duken),
detto Adi, realizzava i suoi prototipi di scarpe sportive. Le rispettive
vicende sentimentali di Adolf e del fratello Rudolf (Torben Liebrecht), e il
rapporto tra di loro, sorregge la trama garantendo l’interesse emotivo alla vicenda.
Per la verità si scava eccessivamente nel torbido dei nuclei famigliari dei
fratelli, con risvolti piuttosto conditi che infiammano la rivalità dei due
Dassler, sempre sul punto di tramutarsi in odio. In particolar modo quando
entra in gioco il nazismo, con l’adesione al partito da parte di Rudolf, lo
scoppio della guerra e la successiva occupazione americana. I fratelli continuano
a collaborare mentre il loro rapporto progressivamente si deteriora; poi Rudolf
parte per il fronte, Adi è costretto a convertire la fabbrica per produrre
bazooka. Finita la guerra, c’è un’indagine degli alleati per l’operato dei
fratelli durante il conflitto e, dopo che le reciproche accuse sono cadute, i
Dassler finalmente si dividono. In principio la Adidas è avvantaggiata dall’avere
la capacità di produrre: Adi è l’artigiano tra i due.
Ma ben presto la maggior
predisposizione al commercio di Rudolf spinge la sua Puma al vertice. Almeno
finché non rinuncia alla fornitura e sponsorizzazione della nazionale della Germania
Ovest ai Mondiali di Calcio del 1954. Un errore di valutazione imperdonabile per
Rudolf Dassler che, tra l’altro, era quello con vocazione manageriale dei
fratelli. La scelta della Puma spiana la strada all’Adidas: la pioggia, nella
finale con la favoritissima Ungheria, lancerà i tedeschi verso il loro primo
titolo mondiale, anche grazie alle calzature dalle tre strisce più adatte al
terreno bagnato. Insomma, il film non è affatto male e nel complesso risulta
anche interessante.
La cosa di maggior rilievo è però sorprendersi curiosi di
una storia che riguarda più che altro lo sviluppo di due note aziende sportive.
Le fabbriche di scarpe e abbigliamento sportivo nacquero per fornire i prodotti
che agevolassero le prestazioni degli atleti nelle rispettive discipline: quindi,
all’origine, l’interesse del pubblico era concentrato sugli atleti. Ora la
stessa storia di questi marchi è divenuta oggetto di curiosità, con una
rivalità commerciale, in questo caso addirittura incendiata dalla parentela dei
rispettivi titolari, che si erge al centro della scena quasi affiancando la
competizione sportiva. La finale mondiale, nel film, diventa un episodio
cruciale si, ma per i suoi effetti collaterali, e non per il risultato sportivo
in sé. C'è quindi una rivalità tra aziende che si riflette poi sui propri clienti che,
sovente, diventano sostanzialmente come tifosi
di quello che dovrebbe essere meramente un brand
commerciale. E’ un po’ come se il marchio di fabbrica si sovrapponesse, a
questo punto, allo stemma della squadra per cui fare il tifo. Mentre i club
sportivi diventano società per azioni in cui il dato più rilevante è il
fatturato, le aziende sono riferimenti da sostenere con il proprio supporto
quando non vero e proprio tifo. Ma
perché stupirsi; in fondo, la libera concorrenza è la forma di competizione
attualmente più diffusa.
Picco von Groote
Nadja Becker
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