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domenica 6 giugno 2021

IL COLOSSO D'ARGILLA

829_IL COLOSSO D'ARGILLA (The Harder they Fall)Stati Uniti, 1956; Regia di Marc Robson.

Ispirato in modo piuttosto libero alla storia del pugile italiano Primo Carnera, Il colosso di argilla è un film sul mondo della boxe negli Stati Uniti del dopoguerra. Il giornalista disoccupato Eddie Willis (Humphrey Bogart), rimasto senza lavoro dopo una lusinghiera carriera, accetta di far parte di un’organizzazione poco pulita che vuole speculare sulla carriera di Toro Moreno (Mike Lane), un ragazzone gigantesco ma per nulla dotato in ambito pugilistico. Il piano è semplice: si tratta di organizzare una serie di incontri pilotati che, con l’ausilio della campagna stampa di Eddie, possano portare Moreno alla sfida per il titolo. Magari forzandone qualche illusoria possibilità al box-office; questo per permettere di guadagnare forte all’organizzatore di tutto ciò, Nick Benko (un già superbo Rod Steiger), scommettendo in modo opportuno contro il proprio pupillo, chiaramente senza alcuna possibilità in un match onesto contro un campione del mondo. Nel 1956 Bogey era a fine carriera (per la precisione Il colosso d’argilla è il suo ultimo film) e sullo schermo dà subito l’idea del giornalista idealista: che possa accettare di far parte della combine, è dura da accettare, ma l’attore sa il fatto suo e il bluff (perché nel finale fa comunque in tempo a ravvedersi) regge eccome. Il pretesto è che, in fin della fiera, Eddie ha bisogno di soldi per campare e, alla sua età, non ha più voglia di ricominciare da zero. In effetti l’occasione che gli offre Benko sembra troppo ghiotta per farsela scappare; a patto di essere disonesti. Bogart è naturalmente bravo, il suo personaggio appare combattuto e, nonostante assecondi i piani di Benko, cerca anche di tutelare in qualche modo Moreno. 

La faccenda si complica allorché Moreno batte per KO l’ex campione del mondo Gus Dundee (Pat Comiskey); in realtà questi avevo appena perso la corona in un drammatico combattimento, e non si era ancora ripreso. Benko avevo così fatto le giuste pressioni, per approfittare dell’occasione di offrire un match al contempo importante ma abbordabile a Moreno; il risultato però avrebbe sorpreso tutti, compreso Eddie che aveva assecondato i piani del suo boss: Dundee, finito malamente al tappeto, sarebbe morto poco dopo. E’ evidente che per il vecchio giornalista il segno era superato: se si era potuto (sbagliando) turare il naso fino ad allora, diveniva impossibile farlo a fronte della morte di un uomo. Il fatto finisce per sconvolgere anche Toro, che non vuole più combattere dopo aver causato la morte di un rivale, ma la situazione è ormai divenuta troppo complessa, e così il povero gigante, per potersene tornare in Argentina, deve combattere contro il nuovo campione del mondo, Buddy Brennen. Ad interpretare Brennen è Max Baer, un ex pugile che fu davvero campione del mondo dei pesi massimi, titolo che curiosamente conquistò proprio battendo quel Primo Carnera a cui, come si è detto, la figura di Toro Moreno è ispirata. 

Tornando alla storia, il campione è ora deciso a fare la festa a Moreno, anche perché si vede sottratto del discutibile merito di aver finito Dundee. Dal canto suo Toro Moreno è spaesato: non vuole tornare nella miseria a mani vuote, anche se in cuor suo vorrebbe solo andarsene a casa. Soprattutto non vorrebbe più combattere perché si è convinto di essere troppo pericoloso, avendo causato la morte di Dundee. Non sa, il poveretto, che le sue vittorie erano state truccate; almeno questo scrupolo Eddie vuole risparmiarglielo, e incarica George (interpretato da Jersey Joe Walcott, anche lui, nella realtà, un pugile campione del mondo dei pesi massimi), secondo di Moreno, di dimostrarglielo: un veloce diretto, in uno scambio improvvisato in camera d’albergo, spedisce lo sfidante ufficiale al titolo di campione del mondo goffamente lungo e disteso. Moreno capisce così la situazione, ma affronta con coraggio Baer, finendo ripetutamente al tappeto e subendo una durissima lezione pugilistica, ma riuscendo anche ad atterrare, in una circostanza, il campione e salvando comunque l’onore sportivo. Tuttavia la truffa di Benko non è ancora completa: anche lo stesso Moreno ne rimane vittima, visto che, stando agli infidi contratti, non gli spetta praticamente niente dei compensi per i vari combattimenti. Finalmente in Eddie si risveglia il senso di giustizia, cede la sua quota di guadagni a Moreno, che può tornarsene contento in Argentina, e si mette al lavoro sulla macchina da scrivere. Per ricominciare a combattere la sua battaglia.  





Jan Sterling



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