853_LE COLLINE BLU (Ride in the Whirlwind). Stati Uniti, 1966; Regia di Monte Hellman.
Il regista Monte Hellman dirige questo Le colline blu, un western asciutto, in modo efficiente e conciso.
L’idea alla base del soggetto, opera del giovane Jack Nicholson (che è anche
sceneggiatore, produttore e attore protagonista) è originale: tre cowboys si
accampano presso un capanno dove sono insediati alcuni banditi e, al
sopraggiungere della posse dello
sceriffo, vengono da questi scambiati per membri della banda. Il tema sullo
sfondo della trama sembra essere la pericolosità dell’indifferenza: spesso si
dice che farsi i fatti propri allunga la vita, ma non se ci rifacciamo a quanto
accade in questo Le colline blu. In
effetti i tre mandriani (oltre a Nicholson, ci sono Cameron Mitchell e Tom
Filer) si rendono conto subito che gli inquilini della baracca presso la quale
si sono accampati sono dei poco di buono; del resto basta guardare in faccia
il guercio (Harry Dean Stanton) per capirlo. Consapevoli così di essere
ospitati nel giardino di casa di una
banda di fuorilegge, preferiscono fare finta di nulla pensando che sia la
scelta che gli procuri meno problemi. Purtroppo non sempre è così e Wes
(Nicholson) ne avrà un’ulteriore conferma quando cercherà di giustificarsi agli
occhi della ragazza della fattoria, che incontrerà sulla strada per raggiungere
le colline blu e mettersi in salvo. Una volta che Otis (Filer) è caduto sotto i
colpi dello sceriffo, Wes e Vern (Mitchell) scappano appiedati e lungo la
fuga arrivano alla citata fattoria in cui prendono gli abitanti in ostaggio; ma
l’indole buona dei due uomini, e di Wes in particolare, li porta a cercare di
motivare la necessità di rubare i cavalli prima di compiere il furto. Wes è un
giovane, e la figlia del colono (Millie Perkins) è una bella ragazza; il
ragazzo prova così a giustificarsi dicendo che lui e Vern sono innocenti e
senza i cavalli finiranno impiccati. La ragazza risponde che non è un problema
che la riguarda. E quando sarà lei a implorare il giovane di non portar via i
cavalli, indispensabili per i raccolti della fattoria, Wes risponderà allo
stesso modo. Questo triste teatro dell’indifferenza, su cui incombono lo
sceriffo e i suoi uomini, smaniosi di impiccare i fuggitivi, incuranti
dell’idea di un processo o almeno di ascoltare le loro ragioni, viene rotto da
Vern che, una volta ferito, si ferma ad attendere la posse per dare il tempo di fuggire all’amico.
Il film di Hellman presenta alcuni passaggi insoliti ed è
intrigante e mette il dito su una piaga (quella della mancanza di solidarietà con il nostro prossimo, un'attitudine assai diffusa nella società del libero mercato) che forse sarebbe esplosa in modo conclamato soltanto anni dopo. Insomma, seppur un po’ troppo breve (82 minuti) Le colline blu è un film comunque valido su diversi livelli.
Millie Perkins
interessante il discorso sull'indifferenza... e penso che il regista abbia fatto bene a farci un film, se non altro per mettere in discussione un detto che poi, troppo spesso, diventa anche un modo di fare... =_=
RispondiEliminaQuasi una filosofia, direi.
RispondiEliminaBuon compleanno, Giorgio... mille di queste recensioni :-)
EliminaGrazie Alessandro! Pubblicate sono a 853, non mi manca nemmeno molto :D
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