639_ORGOGLIO E PASSIONE (The Pride and the Passion); Stati Uniti, 1957. Regia di Stanley Kramer.
Pastrocchione
storico intriso di poco di orgoglio e appena spruzzato di passione, Orgoglio e passione di Stanley Kramer è
la dimostrazione dei rischi che sono connaturati con il cinema hollywoodiano.
Quando in California puntano tutto sulla maestosa messa in scena e sui nomi
altisonanti del cast, il pericolo sono i biscottoni
come quello che ci propina il regista statunitense in questa occasione. Kramer arriva dalla produzione (tra i suoi lavori in questa mansione da citare almeno Mezzogiorno di fuoco) e questo Orgoglio e passione è il suo secondo
film come regista: l’idea è che si sia focalizzato troppo sui dettagli più
costosi (le scene di massa, l’impatto visivo dell’opera, il cast) finendo per
trascurare i dettagli che sono invece i maggiori contribuenti alla riuscita di
un film. Certo, il pubblico sarà rimasto a bocca aperta, guardando le maestose
scene di battaglia, o gli evocativi esterni girati in Spagna; oppure si sarà
innamorato dei divi, Cary Grant, Sophia Loren e Frank Sinatra. Se non ci si sottrae
a questo sognante ipnotismo, il film funziona, anche per via del suadente
commento sonoro di George Antheil, che propone un tema musicale che ricorda
ossessivamente il Bolero di Maurice
Ravel. Chissà, forse negli anni cinquanta era davvero anche così che funzionava il
cinema, sebbene il film in questione non fu certo un successo al botteghino.
Visto oggi, però, le troppe inesattezze e i passaggi incoerenti (penne d’oca
che scrivono senza bisogno di essere intrise nell’inchiostro, giganteschi
cannoni che precipitano oltre un fosso e nella scena dopo sono invece dentro a
quello stesso avvallamento, spari dello stesso enorme cannone fuori sincrono
con le esplosioni) e la recitazione dei divi poco partecipativa (Grant
imbalsamato, Sinatra svogliato,
Sophia Loren
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