626_FRANKENSTEIN JUNIOR (Young Frankenstein); Stati Uniti, 1974. Regia di Mel Brooks.
Se si pensa che un film traumatico per lo spettatore come L’esorcista di William Friedkin del 1973
sia l’horror emblematico dei seventies, appare chiaro quanto la
formidabile trasposizione in chiave comica della storia di Frankenstein operata
da Mel Brooks e Gene Wilder con il loro Frankenstein
Junior possa sembrare completamente fuori tempo. Che i mostri degli anni
’30 potessero suscitare una certa simpatia, era già stato capito dai produttori
del tempo, che fecero decine di film (tra mogli, figli, amanti, ecc.),
unicamente ispirandosi al carisma di quelle terrificanti creature (Dracula,
Frankenstein, l’Uomo Invisibile, la
Mummia , e compagnia). Ed era già arcinota anche la vicinanza
tra le emozioni (almeno al cinema) legate a paura e divertimento, che fecero la
fortuna, ad esempio, di Gianni e Pinotto nei tanti film che li videro alle
prese coi mostri sacri del terrore. Per cui, Frankenstein Junior, quando arrivò nelle sale negli anni ’70, si
presentò con pochi elementi propizi, almeno sulla carta, in quanto rievocava
sensazioni che sembravano un po’ fuori moda o comunque superate. Ma il grande
successo arrise in modo eclatante al film che, diretto da Mel Brooks ed
interpretato, tra gli altri, da Gene Wilder, verteva su una scrittura (soggetto
e sceneggiatura) a quattro mani dei due artisti, tanto che si dovrebbe forse
dividere paternità e meriti in parti uguali. Va detto che i favori del pubblico
il film se li guadagnò (e continua a farlo) in modo totalmente meritato con una
prima metà davvero strepitosa in cui le gag, le battute, ormai celeberrime,
sono numerosissime: lupu ululà castello
ululì; quale gobba?; potrebbe piovere.
Madeline Kahn
sì infatti, penso anch'io che il regista volesse più che altro omaggiate simpaticamente il mito di Frankenstein... ricordo che questo film lo vedevo in casa di un collega di mio padre :-)
RispondiEliminaBeh, è un film che fa scompisciare...
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