638_L'ULTIMO IMPERATORE (The Last Emperor); Cina, Italia, Regno Unito, 1987. Regia di Bernardo Bertolucci.
Dopo gli anni 70, il decennio che ne aveva consacrato il
successo ma che gli aveva creato anche non pochi problemi, e visto lo scarso
riscontro al botteghino di Una tragedia
di un uomo ridicolo, Bernardo Bertolucci si prende una pausa, almeno dalla
regia. Nel 1987, grazie al produttore britannico Jeremy Thomas, torna
prepotentemente al lavoro e dirige addirittura un autentico kolossal storico, L'ultimo imperatore. Il film è un
successo planetario, fa man bassa alla notte degli Oscar (ben 9, tra cui quello
prestigiosissimo alla miglior regia),
e dimostra tutto il talento visivo del regista parmense. L'ultimo imperatore è un film imponente, girato con grande perizia
tecnica, massima attenzione ai dettagli e alle scenografie; per le riprese, la
troupe ha addirittura accesso, caso rarissimo per degli stranieri, all'interno
della Città Proibita, dove
alloggiavano gli imperatori cinesi. La musica stupenda, opera di Ryuichi
Sakamoto, Cong Su e soprattutto David Byrne, sorregge e accompagna una storia
che segue praticamente tutta la vita di Pu Yi (John Lone), l'ultimo imperatore
cinese a cui è dedicato il film. Bertolucci sceglie una narrativa forte,
coinvolgente e, anche grazie all'uso sapiente dei flashback, cattura l'attenzione dello spettatore con la trama di un
racconto già intrigante di suo per via dei risvolti storici poco conosciuti e,
soprattutto, illustrati da immagini spettacolari. E proprio l'aspetto magniloquente dell'opera risulta essere quello rilevante, non a
caso premiato poi in modo massiccio dall'Academy;
meno convincente la definizione psicologica del protagonista che risulta, alla
fine, un po' annebbiata, forse in modo simile a quello in cui lo stesso Pu Yi si
ricorda in modo confuso le vicende legate al suo essere stato collaborazionista con i
giapponesi. Il personaggio principale de L'ultimo
imperatore è un uomo controverso, e non potrebbe essere diversamente per un
individuo che a soli 3 anni viene posto a capo di un enorme impero, e Bertolucci
ha forse poco tempo per scendere nei dettagli, dovendo trattare un periodo
storico lunghissimo e denso di avvenimenti rilevanti. Il grillo ancora vivo
dopo sessant'anni, che Pu Yi mostra al figlio del custode del museo, dovrebbe
convincere il ragazzino che davanti a sé c'è davvero l'ultimo imperatore. E,
forse, vorrebbe convincere anche noi che il regista del kolossal
internazionale, è ancora il cineasta dal talento originale de Il conformista. Ma ci rimane più di qualche dubbio.
Joan Chen
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