1701_VOYNA RADY MYRA / WAR FOR PEACE , Ucraina 2020. Regia di Yevhen Titarenko
Uno
delle note più interessanti di Vouna Rady Myra/War
for Peace è una didascalia iniziale, che ci ricorda come, nel 1994, l’Ucraina,
accettando il trattato di non prolificazione delle armi nucleari in oggetto al
Memorandum di Budapest, ottenne in cambio dell’adesione la garanzia sulla
propria integrità territoriale. Tra i Paesi firmatari presenti al tavolo
dell’accordo c’erano Stati Uniti, Regno Unito e quella Federazione Russa che,
meno di dieci anni dopo, lo violava palesemente annettendo la Crimea e inviando
le proprie truppe a sostegno dei separatisti del Donbas. Per il resto, il
documentario di Yevhen Titarenko è un resoconto fedele della guerra in prima
linea, dal momento che il regista è anche un membro del Battaglione Hospitallers,
volontari aggregati alle truppe con compiti di assistenza medica di soccorso e
recupero dei feriti. Il che è certamente doppiamente lodevole, sia per il
lavoro di salvataggio e sia, restando in tema cinematografico, per
l’attendibilità delle immagini registrate. L’unico problema per questo tipo di
registrazioni è che producono un certo disorientamento, quando non mal di testa
o addirittura nausea, nello spettatore, per via delle scene continuamente in
movimento disordinato e caotico. Le situazioni sono ovviamente molto
interessanti, tuttavia l’ondeggiamento sussultorio concede pochissima tregua e
diventa un po’ arduo rimanere concentrati sulla visione, sebbene la cosa sia
anche comprensibile, soprattutto durante gli scontri e le battaglie. È lo
scotto da pagare per avere immagini direttamente dal vivo dell’azione. A titolo
d’esempio, basti dire che il regista riprende in diretta ben due incidenti
stando a bordo di una delle auto coinvolte: la prima è uno scontro con un carro
armato, filmato, come detto, dall’interno della vettura, e, nel parapiglia, si
fatica, per la verità, a capire che diamine succeda. Più semplice intuire la
dinamica del successivo incidente, quando per via della neve ghiacciata Titarenko
e l’autista finiscono fuori strada. Dettagli, certo, perché il filmato conserva
tutta la sua importanza come documento. Ecco, il punto è forse questo: Vouna
Rady Myra/War for Peace è un documento più che documentario, perché il
cinema, ad essere onesti, è qualcosa di un filo differente.
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