630_LA PORTA SUL BUIO: IL VICINO DI CASA ; Italia, 1973. Regia di Luigi Cozzi.
Primo di quattro film per la televisione prodotti dalla RAI sotto la supervisione di Dario Argento, Il vicino di casa porta
la firma di Luigi Cozzi, regista ma soprattutto attivissimo appassionato di
cinema thriller e fantastico. A parte i suoi lodevoli sforzi come fanzinaro, Cozzi,
oltre ad un film vero e proprio come autore (Il tunnel sotto il mondo,
1969), aveva al tempo già collaborato ai soggetti de Il gatto a nove code
(1970) e Quattro mosche di velluto grigio (1971), entrambi di Dario
Argento e la mano particolarmente calda in sede di scrittura permise al regista
nato a Busto Arsizio di sbrigarsela in modo egregio con i pochi elementi a
disposizione ne Il vicino di casa. Il film ha infatti una trama
stringatissima e un cast ridotto all’osso, e Cozzi ne ricava un thriller
interessante e godibile con alcuni passaggi narrativi che sorprendono, se si
pensa ad una sorta di abituale trascuratezza in questo ambito nei gialli,
come all’estero erano (e sono) conosciuti i thriller italiani degli anni 70. Si
è detto di come il racconto sia ridotto ai minimi termini, al punto che Cozzi,
pur avendo solo un’ora per il suo film, può addirittura dilatarne il ritmo
narrativo per creare un discreto effetto suspense, che cresce progressivamente
fino alla conclusione della vicenda, saggiamente e abilmente sospesa
prima del finale che si può quindi solo immaginare. I pochi elementi e lo sviluppo minimo, non impediscono al regista di predisporre alcuni pregevoli incastri narrativi, dimostrando di padroneggiare bene la materia; più ordinaria la sua prova in regia, che si iscrive in pieno nell’ottica del cinema di genere, seppure con qualche buono spunto, come la scena della botta in testa rimediata da Luca (Aldo Reggiani).
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