629_IL CASO THOMAS CROWN (The Thomas Crown Affair); Stati Uniti, 1968. Regia di Norman Jewison.
Che ci fa Steve McQueen elegantemente vestito in un ufficio
dell’alta finanza o a bordo di una Rolls-Royce
Silver Shadow Coupé? A prima vista, sembrerebbe che Hollywood abbia finito
per imborghesire anche lui ma poi, guardando Il caso Thomas Crown, no, scopriamo che McQueen è sempre McQueen e,
se fa il miliardario da quattro milioni di dollari di patrimonio, lo fa per
poterne rubare due e non essere sospettato. Un’idea originale ma non troppo
funzionale perché in ogni caso il nostro amico viene scoperto abbastanza in
fretta e, soprattutto, perché il regista Andrew Jewison ne ricava un film
inferiore alle premesse. McQueen è infatti un po’ impacciato nel ruolo di
burattinaio che deve far lavorare altri al suo posto e finisce per sfogarsi
pilotando un aliante o una dune-buggy
sulla spiaggia (questa pare senza controfigura). Meglio se la cava la sua
amante-rivale, la detective che lavora per conto delle compagnie di assicurazioni della
banca derubata, Vicki Anderson, interpretata dall’eccezionale Faye Dunaway,
donna bellissima e di grande talento. La sua verve attraversa la storia e la
nobilita almeno un poco: un film con la Dunaway in quella forma è sempre da vedere.
Clamorosamente sprecata, invece, la presenza di Astrid Heeren, nei panni della
prima fidanzata di Thomas e snobbata in modo quasi offensivo dal resto
della storia. E’ un peccato utilizzare in modo così poco accorto una bellezza
pura come quella della Heeren che, unita ad una ottima capacità di reggere la scena,
meriterebbe piuttosto un riguardo adeguato.
Faye Dunaway
ora capisco perchè Steve McQueen è diventato poi il modello per Mister No...
RispondiEliminaBeh, McQueen era mitico!
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