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mercoledì 15 novembre 2023

HORACE - LA TERRIBILE NOTTE aka UN APPUNTAMENTO PER UCCIDERE

1392_HORACE - LA TERRIBILE NOTTE aka UN APPUNTAMENTO PER UCCIDERE (Horace 62). Francia, Italia 1962; Regia di André Versini.

Un cast davvero importante rende particolarmente interessante questo film del semisconosciuto André Versini: Un appuntamento per uccidere è il titolo italiano, ma altre volte il lungometraggio è indicato come Horace – La terribile notte. Prodotto in Francia nel 1962, cronologicamente, potrebbe quindi essere accomunato ai polar, i polizieschi che, in quel periodo, si ispiravano ai noir americani. Ma qualcosa rende Un appuntamento per uccidere un po’ originale rispetto agli altri polizieschi francesi: ad esempio l’ambientazione, dal momento che, né i Fabiani e nemmeno i Colonna, le famiglie corse rivali protagoniste, sembrano essere particolarmente malavitose. Cioè, si sono macchiate, e continueranno a farlo durante il racconto filmico, di uno dei peggiori crimini esistenti, vale a dire l’omicidio, ma, per quel che si vede, non si muovono all’interno di una malavita attiva e funzionante. Stanno unicamente perseguendo un’insensata faida che trae origine nell’uccisione del cane pastore di uno dei Fabiani, quando ancora le famiglie vivevano in Corsica. Omicidi a parte – e hai detto niente – per quel che riguarda le loro attività – professionali e non – tutto sembra rimanere grosso modo all’interno della legalità; la sala da gioco dei Colonna, per quel che è dato sapere, potrebbe non infrangere la legge, insomma; anche se pare strano, a pensarci. Così come gli affari dei Fabiani possono anche essere leciti, per quel che ne sappiamo. Quel che sappiamo, grazie ad un flashback, è che a dare origine alla faida era stato un Colonna e la motivazione per uccidere il cane da pastore dei rivali la banale invidia tra paesani. Da lì si sarebbe innescata una spirale di violenza che arriva fino ai giorni nostri – o almeno a quelli dell’uscita del film – in quel di Parigi. Addirittura in un cimitero, di Parigi, perché Victor Colonna (Louis Lalanne), approfitta di un funerale per allungare la lista dei defunti morti ammazzati durante la faida. Il meccanismo della faida è poi spiegato nella preparazione alla sfida finale, organizzata da Graziani (Paolo Stoppa) che, a nome delle altre famiglie corse, cerca di porre un limite ultimo ai continui ammazzamenti. 

Dal momento che Napoléon Fabiani (Nerio Bernanrdi) e Toto Colonna (Kempetian) sono un po’ in là con gli anni, a sfidarsi saranno i rispettivi figli maggiori. Ma Victor, quello che ha sparato per uccidere al cimitero, è appunto un criminale e un bonaccione come Antoine (Etienne Bierry), il maggiore dei Fabiani, non avrebbe alcuno scampo. Dal punto di vista di Napoléon si tratta di un’ingiustizia bell’e buona. E qui entrano in gioco gli elementi del cast che, come accennato, nobilitano tutta quanta l’operazione guidata da André Versini che, diversamente, rischierebbe di essere unicamente un onesto film di genere. Giuseppe Fabiani – nei panni del quali troviamo un asso come Jean-Louis Trintignant – il più giovane della famiglia, decide di partecipare alla sfida, in modo da riequilibrare il match. E’ una decisione palesemente scorretta, ma Napoléon non ha nulla da obiettare. 

Chi invece ha qualcosa da ridire è Horace Fabiani, il protagonista, che avvisa i rivali, sia per correttezza sia perché è in buoni rapporti con Natale Colonna. Il personaggio il cui nome richiama alla memoria la vicenda dell’antica Roma tra Orazi e Curiazi – e che anticipa come andrà a finire la tiritera sulla partecipazione alla sfida – è interpretato da un quanto mai dolente Charles Aznavour, bravissimo. E poi troviamo Raymond Pellegrin nel ruolo di Natale Colonna e Giovanna Ralli in quelli di Camille, che fa Fabiani di cognome ma si è sposata Natale, finendo per rappresentare una sorta di tentativo, fallito, di pacificare le due famiglie. Il citato riferimento alla leggenda romana, unito al fatto che tanto Napoléon, che Toto abbiano tre figli maschi in età adulta, rende, come detto, la trama un filo prevedibile, e forse questo è un altro aspetto poco ‘francese’ dell’opera. In ogni caso, nel bel un bianco e nero della fotografia, supportato da una colonna sonora jazz che prova a mettere un po’ di malinconia, assistiamo all’avvincente scontro tra i Fabiani e i Colonna e qui è indubbio che Versini ricorra alla scuola dei polizieschi d’oltralpe per una resa certamente soddisfacente. C’è un rimando anche al cinema western americano, nel duello finale con la Torre Eiffel sullo sfondo, e uno stratagemma che ci conferma come Horace abbia ormai perso la sua innocenza. In definitiva, Un appuntamento per uccidere riesce ad appassionare proprio come un film hollywoodiano e, per il languore tipicamente francese, ci pensa Aznavour e il suo personaggio. Il più contrario all’uso della violenza, nonché l’ultimo che voleva mettere becco nella vecchia diatriba di famiglia ma che, una volta spalle al muro, vi aveva posto la parola fine, sterminando tutti gli eredi dei Colonna e uccidendo per ultimo, l’amico e cognato Natale. Ricorrendo, per riuscirci, ad uno scaltro e ben poco cavalleresco trucco.
La spirale della faida, volenti o nolenti, aveva raggiunto anche lui.
 





Giovanna Ralli 



Danielle Godet 



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