1395_MICHAEL SHAYNE E IL MISTERO DEI DIAMANTI (Blue, White and Perfect). Stati Uniti 1942; Regia di Herbert I. Leeds.
Il quarto appuntamento con il pimpante Lloyd Nolan nei
panni del detective Michael Shayne è un altro esempio di professionalità degli
studios hollywoodiani dell’epoca. Michael Sayne e il mistero dei diamanti
è dichiaratamente un B-movie, eppure sfodera una confezione formale notevole.
La regia di Herbert I. Leeds è convenzionale, d’accordo, ma ha brio e ritmo;
Lloyd Nolan, da parte sua, contribuisce a mantenere alta l’attenzione con
un’attività recitativa quasi frenetica. In effetti, pur se luci e ombre della
fotografia fanno pensare ad un noir – e questo è anche il genere ufficiale del
film – i toni sono più da commedia leggera. Del resto non mancano le gag
plastiche, sia sul versante romantico – diciamo così – che su quello
avventuroso. Del primo dei quali si occupa – in collaborazione con Lloyd,
naturalmente – Merle (la platinata Mary Beth Hughes) promessa sposa dell’eroe e
specializzata nel lancio al fidanzato utilizzando qualunque suppellettile le
capiti a tiro. La presenza femminile di gran fascino sullo schermo è sempre
garantita e quando l’azione si sposta su una nave diretta ad Honolulu, con
Merle quindi fuori gioco, ecco fare la sua comparsa Helen (Helene Reynolds),
deliziosa contrabbandiera al soldo dei nazisti. In realtà, l’elegante ragazza
non è consapevole che i diamanti che trafuga non siano gioielli bensì materiali
di utilizzo bellico e, quando è avvertita dall’amico Michael che sta facendo
gli interessi del nemico, si ravvede prontamente. Beh, quasi prontamente,
perché il cattivo di turno, la cui identità è ben celata dalla trama fino
all’ultimo, la fredda senza pietà; del resto le coincidenze e gli interventi
tempestivi di uno o dell’altro personaggio sono la cifra stilistica narrativa di
un film che, sfruttando ogni immaginabile combinazione, fila spedito senza
perdere un briciolo di tempo. A tenere alto il ritmo ci pensa anche George
Revees nei panni dell’agente FBI Juan Arturo O’Hara, così come anche Curt Bois
in quelli del sorprendente Nappy, che si rivela essere ben più del cameriere di
bordo della nave su cui viaggia il nostro eroe. In fin dei conti un film
leggero che riesce a tenere desta l’attenzione sulla vicenda, strappando più di
un sorriso. Memorabili, in tal senso, le scenette con i coniugi Toby (Mae Marsh
e Frank Orth) proprietari della drogheria nel negozio in cui Michael finisce
più di una volta a combinare i suoi pasticci.
Mary Beth Hughes
Helene Reynolds
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