1389_NESSUNO MI PUO' GIUDICARE . Italia 1966; Regia di Ettore Maria Fizzarotti.
Archiviata la trilogia con Gianni Morandi, Ettore
Maria Fizzarotti mette al centro del suo nuovo film Caterina Caselli che, nel
gennaio di quel 1966, aveva sbancato al Festival di Sanremo, piazzandosi
seconda ma spopolando nelle classifiche di vendita. L’dea alla base della
produzione è comunque sempre la stessa dei precedenti musicarelli e la
Titanus, lo studio di Cinecittà, oltre a Fizzarotti in regia, tra gli altri,
conferma Stelvio Massi alla fotografia in bianco e nero e Giovanni Grimaldi
alla sceneggiatura. L’architettura della storia è ben congeniata, almeno per il
livello richiesto, e le accuse che si ripetono sul capo di Laura (Laura
Efrikian, altra fedelissima della produzione) oltre ad essere infondate – e
studiate più che altro per rendere opportuna la canzone che dà il titolo al
film – sembrano perfino ridondanti. L’incauto Federico (Fabrizio Moroni) accusa
la commessa della Standa di furto salvo poi finire, ovviamente, per
innamorarsene. Se la Efrikian sembra nata per questo tipo di interpretazioni,
Moroni pare più adeguato al fotoromanzo, anche per via della notevole statura
che lo impaccia un po’ nelle scene. Decisamente più spigliati i vari habitué
dei musicarelli di Fizzarotti: Gino Bramieri (è il direttore), Vittorio Congia
(Vittorio, l’ascensorista), i fratelli Taranto, Nino (è Antonio) e Carlo
(Peppiniello). In particolare forma Nino Taranto e ancor più Gino Bramieri,
davvero spassoso. Tutto sommato sorprendente la prova attoriale di Caterina
Caselli, commessa della Standa come la cugina Laura, con la segreta aspirazione
di fare la cantante. Non siamo di fronte ad una nuova stella del cinema, sia
chiaro, ma Casco d’Oro se la cava egregiamente nel recitare la sua parte. Da
applausi, poi, le sue interpretazioni, tra cui val la pena ricordare Nessuno
mi può giudicare, Perdono e L’uomo d’oro. Insomma, Fizzarotti
riesce a portare la barca in porto anche stavolta con i classici ingredienti
dei suoi musicarelli: sentimentalismo, canzoni e giusto un filo di
commedia all’italiana in più del solito, grazie alla verve di Gino Bramieri e
Nino Taranto.
Laura Efrikian
Caterina Caselli
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