1399_RICOCHET . Regno Unito 1963; Regia di John Llewellyn Moxey.
Il tema del ricatto è un cliché dei più ricorrenti nella serie The
Edagar Wallace Mysteries ma il regista John Llewellyn Moxey pare incline a
storie dove i tentativi di estorsione si rincorrano e si raddoppino. Dopo i
continui capovolgimenti della trama nel precedente The £ 20.000 Kiss
anche in Ricochet i ricatti si intrecciano o meglio, come da titolo, rimbalzano
da un personaggio all’altro. Il film è molto ben orchestrato e Moxey è davvero
bravo a cogliere l’occasione sfruttando al meglio il rigido inverno inglese del
1963 (The Big Freeze), per un’ambientazione davvero suggestiva. La scena
iniziale con l’elegante Yvonne (Maxien Audley) che arriva di notte nella sua
villa e si accorge di qualcuno che la osserva nell’ombra, è da manuale. La
scarpa col tacco che perde sulla neve ci ricorda Cenerentola ma quello di
Yvonne non è un incantesimo da sogno bensì un incubo. La donna, infatti, è
ricattata da John Brodie (Alex Scoot), l’uomo che era stato suo amante e che
ora minaccia di consegnare le lettere d’amore ricevute al marito di Yvonne,
Alan (Richard Leech). Il che sarebbe già una prospettiva insolita: l’amante che
ricatta l’amata. Ma errata, perché dietro a John c’è Alan che sta cercando di
mettere mani sul patrimonio della moglie e, nella migliore delle ipotesi,
eliminare il rivale che in realtà ora è uno scomodo testimone. Le cose per Alan
vanno a gonfie vele: dopo aver spaventato a dovere la consorte – è lui ad agire
nell’ombra nell’incipit – consegna una pistola alla donna da usare in caso di
estrema necessità. Nel frattempo sprona John ad esasperare sua moglie: il
risultato è quello auspicato. Yvonne cede alla pressione e si presenta
all’appuntamento con John con una pistola che poi, nella concitazione del
momento, finirà per spacciare il ricattatore. La donna, provata dall’incalzare
degli eventi, non offre alcuna resistenza alle domande dell’ispettore Cummings
(Patrick Magee) e confessa. Scaltramente, Alan la difende, davanti alla
polizia, mentre in realtà gongola perché tutto è filato liscio come l’olio. In
realtà c’è un piccolo dettaglio: Brodie aveva informato Peter (Dudley Foster)
che adesso minaccia Alan di andare a spifferare tutto alla polizia. Il
ricattatore è ora ricattato. Ma i ribaltamenti non sono affatto finiti; Alan
accetta di pagare ma intanto prepara una trappola per eliminare Peter. La scena
è un altro pezzo di bravura di Moxey: nella storica Streatham Ice Arena, con la
pista di pattinaggio sullo sfondo, Alan attende che la musica arrivi all’apice
sonoro in modo che lo sparo con cui intende freddare Peter non sia udito. Una
serie di primi piani dei due uomini porta al culmine la tensione prima che
irrompano sulla scena due operai che altro non sono che agenti di polizia. Alan
è stupito: perché diamine Peter gli ha teso una trappola rinunciando ad un
mucchio di soldi? Peter ha voglia di scherzare: “la mia coscienza non me lo
avrebbe permesso!” sentenzia, prima di specificare che aveva fatto una
assai remunerativa visita in carcere ad una vendicativa Yvonne. Stavolta è la
moglie, quindi, a manovrare il ricattatore contro il marito, in un gioco di
specchi gestito in modo magistrale da Moxey. Il quale dimostra sempre più un
gusto particolare, oltre che per le eccellenti scene ad alto tasso di tensione,
per i dettagli piccanti. Qui, dopo la scena della scarpa perduta da Yvonne,
oltretutto ripresa in seguito, c’è un cameo di una giovanissima Barbara Roscoe
intenta a volteggiare sul ghiaccio. Buon gusto, questo Moxey.
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