389_IL REGNO DEL TERRORE (The Black Book/Reign of terror). Stati Uniti, 1949. Regia di Anthony Mann.
Dopo essere divenuto praticamente uno specialista con il
genere nero, di cui T-Men contro i fuorilegge è da
considerare la sua tesi di laurea, Anthony Mann prova a cambiare registro, e
si cimenta con il film storico in costume. Il
regno del terrore è infatti ambientato ai tempi della Rivoluzione Francese,
con personaggi storici come Robespierre (Richard Basehart), Barras (Richard
Hart), Fouché (Arnold Moss), ai quali si aggiungono Charles D’Aubigny (Robert
Cummings) e la bellissima Madelon (Arlene Dahl), in lotta al fianco di Barras e
contro Robespierre, sempre più ambizioso di divenire dittatore di Francia. Le
competenze storiche del lungometraggio sono di importanza assai relativa: la
produzione presenta però due curiosi aspetti dell’utilitarismo cinematografico.
Il primo è di tipo scenografico: pare che molte delle ricostruzioni ambientali
e dei set cinematografici, siano gli stessi utilizzati l’anno precedente per Giovanna D’Arco di Victor Fleming.
Certamente più interessante e degno di nota il secondo di questi adattamenti: il regista Anthony Mann
utilizza infatti, adeguandola alla bisogna, la stessa impostazione noir dei suoi film polizieschi. In primo
luogo dal punto di vista dell’intrigo poco chiaro ma accattivante, abbinato ad
un ritmo serrato che non dà il tempo allo spettatore di accorgersi della scarsa
comprensibilità della trama; e sul piano estetico con l’utilizzo delle (tante)
ombre e delle (poche) luci ad enfatizzare la valenza della immagini. Come molte
pellicole noir, le scene dei volti
dei parigini resi folli dall’eccitazione mostrano chiaramente i debiti con l’espressionismo tedesco.
C’è anche una
certa somiglianza tra il mondo del terrore istaurato da Robespierre e la Chicago dei ruggenti anni
venti, sotto la dittatura criminale dei gangster. Mann conferma la mano ferma
alla regia e le pulsazioni forti in alcuni passaggi, come nel caso della lotta
nella biblioteca; notevole la suspense nella scena con il libro nero
abbandonato sul letto, che rischia di essere ritrovato dagli uomini di
Robespierre. Nel complesso un film riuscito, sebbene i forti debiti con un
periodo Storico così importante, forse finiscano per imbrigliare un po’ le
possibilità narrative.
Arlene Dahl
Nessun commento:
Posta un commento