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lunedì 5 agosto 2019

KATIA, REGINA SENZA CORONA

390_KATIA, REGINA SENZA CORONA (Katia). Francia, 1959Regia di Robert Siodmak.

Remake di un omonimo melodramma di Maurice Tourneur, Katia, regina senza corona non riesce a risollevare il declino della carriera registica di Robert Siodmak. Beninteso, nel complesso il film è accettabile, una storia romantico sentimentale in cui veniamo immersi nelle beghe di corte dei Romanov, la dinastia regale russa. Seconda meta del XIX secolo, è il tempo dello Zar Alessandro II (Curd Jürgens), un sovrano illuminato che si scontra con le resistenze della nobiltà che preferirebbe mantenere intatti tutti i propri privilegi. La Zarina Marija Aleksandrovna (Monique Mélinand) è gravemente malata e il marito finirà per essere affascinato dalla giovanissima studentessa Katia Dolgurockij (una fiammeggiante Romy Schneider). Ecco, il vero e unico motivo di interesse, al di là di una evocativa ed efficace ricostruzione storico/scenografica, è la presenza della Schneider. Va riconosciuto che non è che l’attrice austriaca compia un capolavoro di recitazione, sia chiaro. Diciamo che cavalca il successo dei suoi precedenti film nel ruolo di Sissi, l’imperatrice austriaca, che le avevano dato notorietà. Considerevole il numero di pellicole in cui la Schenider, al tempo, a soli 21 anni, aveva già recitato in ruoli di giovinette di sangue reale: il ruolo di Katia nel film di Siodmak si va ad aggiungere a quello di Vittoria in L’amore di una grande regina (1954), a quello citato di Sissi, nella trilogia dedicata ad Elisabetta di Baviera (La principessa Sissi, Sissi-La giovane imperatrice e Sissi-Il destino di un’imperatrice) e, volendo, c’è anche Sissi, la favorita dello Zar, film estraneo alla citata trilogia, nel quale i distributori italiani cambiarono il nome della protagonista Fanny per sfruttare la notorietà dell’attrice nel suo ruolo più famoso. 
In fondo, quella di Siodmak non è un’operazione poi dissimile: girato con onesta professionalità, ben ambientato, ha come unico obiettivo rimettere Romy Schneider in una parte che le permetta di mostrare la verve e la vitalità che l’attrice austriaca sprizzava da tutti i pori in modo naturale. Fa un po’ effetto, per la verità, assistere ad una storia d’amore tra una ragazza tanto giovane e briosa e lo zar interpretato da Jürgens che, al di là della evidente differenza di età, appare piuttosto imbalsamato nelle sue uniformi. Insomma, anche per questo, francamente, Romy non riesce ad essere tanto convincente: più che l’uomo, alla Katia da lei interpretata, sembra interessare se non proprio la poltrona, perlomeno il mondo da favola della vita di corte. E le sue idee illuministe potrebbero anche essere una conferma in tal senso: una sorta di pegno da pagare per i privilegi a cui ambisce. Guardare Katia, regina senza corona, al di là della bellezza e del fascino di Romy, può essere invece inteso come tributo alla grandezza passata di Robert Siodmak. Ma di cui, nel film, rimane solo qualche eco.




Romy Schenider










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