1664_PATTUGLIA SOTTOMARINA (Submarine Patrol) . Stati Uniti, 1938. Regia di John Ford
Eccellente esempio di film bellico di matrice avventurosa, Pattuglia sottomarina è un film che veniva ricordato con affetto dal suo autore, il grande John Ford. E con ragione: il lungometraggio è divertente e appassionante ed è sorretto anche da una insistita traccia sentimentale. In pratica le tre principali componenti della narrazione, azione, amore e ironia, coabitano in modo sapientemente bilanciato. Ma non nel senso che hanno tutte la stessa valenza o minutaggio a disposizione: ognuna ha uno sviluppo consono alle proprie caratteristiche, come è normale attendersi da un eccezionale narratore quale era Ford. La quota avventurosa, ad esempio, non è affatto presente in modo costante e, per molta parte del lungometraggio, sembra quasi latitare. Il cacciasommergibili al centro del racconto è, infatti, parecchio male in arnese e non è deputato ad azioni di grande rilievo bellico. Ma, nel momento cruciale, quando ci sarà da dare la caccia all’Old Man 26, un sommergibile tedesco, sia la vecchia imbarcazione che la pellicola sapranno farsi valere anche in questo ambito. Siamo nella Prima Guerra Mondiale e al centro della scena c’è Perry Towsend III (Richard Greene), un ricco e viziato rampollo di buona famiglia che viene raccomandato per essere arruolato in marina in qualità di Ingegnere Capo, pur non avendo apparentemente alcuna qualifica nello specifico. Nonostante sia il classico figlio di papà, Perry non è affatto antipatico, (qui si vede l’immensa bravura narrativa di Ford) e quando si innamora di Susan (la bellissima Nancy Kelly) sembra la classica storia d’amore hollywoodiana. E, in effetti, è così; ma Ford allunga sapientemente il brodo frapponendo tra i due il padre di lei, il capitano Leeds (George Bancroft) che non vuole che sua figlia si leghi a quello che crede uno smidollato rampollo raccomandato. La storia sentimentale è quindi tenuta costantemente in sospeso, seppure sia chiaro che abbia un destino scontato: ma, per una ragione o per l’altra, il fatidico giorno del ‘si’ davanti all’altare è sempre rimandato. Il regista gioca consapevolmente su questo fatto, appoggiandosi alla onnipresente sottotraccia umoristica che è la vera colonna vertebrale del film. La scena del matrimonio a Brindisi, dove si ritrovano sia la nave del capitano Leeds, con Susan a bordo, che il cacciasommergibili del tenente Drake (Preston Foster), che ha in forza Perry, è da film comico anche in virtù di Luigi (Herny Armetta), una vera macchietta che ironizza bonariamente sui luoghi comuni degli italiani. Per cui, riassumendo: l’azione rimane latente fino al momento cruciale mentre la traccia amorosa è costantemente tenuta in sospeso, in compenso quella ironica o comica spadroneggia, per un risultato assai gradevole e divertente. Il cast pullula infatti di interpreti adeguati ai vari siparietti che si aprono a bordo della nave (a suo modo) protagonista: Slim Summerville, Jack Pennick, J. Farrell MacDonald, Ward Bond, John Carradine e Elisha Cook Jr. erano tutti volti noti che sapevano come stare davanti alla macchina da presa. John Ford, che era stato in marina, nutriva un grande affetto per i ragazzi che erano arruolati sulle navi e si divertì molto a tributare loro questo Pattuglia sottomarina. Stando alle sue parole (Il cinema secondo John Ford, Peter Bogdanovic, 1990 Pratiche Editore) le scenette comiche vennero improvvisate man mano che la matassa dell’intreccio narrativo si dipanava. Un film semplice, sia nel concepimento che nella realizzazione che nella fruizione; e che, nella sua semplicità, rasenta la perfezione.
Nancy Kelly
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