Translate

lunedì 5 maggio 2025

THE SEA GHOST aka U-67

1663_THE SEA GHOST aka U-67 . Stati Uniti, 1931. Regia di William Nigh

Il film The Sea Ghost, conosciuto anche con il titolo U-67, ha uno degli incipit più fulminei della storia del cinema: in soli quattro minuti scarsi, titoli di testa inclusi, assistiamo a quattro affondamenti di grandi navi! Siamo nella Prima Guerra Mondiale e protagonista di questa ecatombe marina è il terribile sommergibile tedesco U-67, a cui è in effetti dedicato uno dei titoli con cui è conosciuto il film, sebbene la cosa non sia poi giustificata dal resto dell’opera. Perché il tema del racconto è più che altro incentrato su qualcosa che era a bordo dell’ultima nave affondata, l’Alatamia. Le questioni meramente belliche, per quel che riguarda il film in questione, vengono archiviate col verdetto della Corte Marziale che giudica colpevole il tenente Greg Winter (Alan Hale), per non aver insistito nella caccia all’U-Boot con la sua nave da guerra, preferendo dare soccorso ai naufraghi dell’Alatamia. A guerra finita, Winter viene coinvolto nel tentativo di recuperare alcuni documenti colati a picco proprio sulla succitata nave; l’avvocato Sykes (Clarence Wilson) vuole mettere le mani sul testamento di cui la beneficiaria dovrebbe essere la bella Evelyn (Laura La Plante). Tra i partecipanti alla poco chiara manovra, ritroviamo il capitano Ludwig (Peter Erkelenz), che era al comando dell’U-67, oltre al bizzarro Percy Atwater (Claud Allister), ai quali si aggiungono i ceffi dell’equipaggio di Winter, pronti a dar manforte a Sykes se adeguatamente foraggiati. La trama non sembra proprio chiarissima, anche se rivela particolari interessanti come il fatto che a bordo dell’Alatamia ci fosse la fidanzata del capitano Ludwig che si era quindi reso responsabile della sua morte. Questo aspetto, da una parte mette fuori gioco degli interessi economici il tedesco, visto che la sofferenza patita lo eleva moralmente al di sopra dello squallido teatrino imbastito dal viscido Sykes. D’altra, ribadisce attraverso il senso di colpa che grava sulla figura del capitano, l’infamia dell’azione dei famigerati U-boot durante la guerra. Il che è sicuramente condivisibile, sebbene tale pratica nacque come sorta di risposta al blocco navale imposto alla Germania che finì per gravare pesantemente sulla popolazione civile, incolpevole quanto i passeggeri delle navi affondate dai sommergibili. Non che le ingiustizie si compensino ma è perlomeno onesto ricordarlo a commento di tutti quei film anglosassoni, inglesi o americani che siano, che pare se ne siano sempre scordati di farne almeno una piccola menzione. 



Galleria 





Nessun commento:

Posta un commento