1727_IL TENENTE SHERIDAN - DELITTO A TEMPO DI ROCK, Italia 1959. Regia di Stefano De Stefani
Il rock and roll sembra essere un argomento
particolarmente caldo per gli autori del tenente Sheridan: nello scorso
episodio il colpevole si chiamava Rock sebbene non sopportasse la musica che
riecheggiava il suo nome, mentre, in questo nuovo appuntamento con il tenente
di San Francisco, già il titolo ci riporta sul medesimo tema musicale e la
sigla è accompagnata dal trascinante Rock-a-Bye Boogie dei The Modernaires. Delitto
a tempo di rock fa, in effetti, riferimento alla musica che l’imprenditore
Kent (Aldo Giuffrè) usa per dettare i tempi di lavoro ai suoi operai. Che sono
quasi tutti in sciopero: di 35 solo sei sono al carico delle mele e, nello
specifico, per quel che possiamo testimoniare sullo schermo ne compaiono solo
tre. In effetti questo episodio della serie sembra realizzato particolarmente
al risparmio, con un’ambientazione rurale, nei dintorni di San Francisco dove
abitualmente si svolgono le indagini di Sheridan, degna di una recita
parrocchiale. A questa sciatta scenografia si aggiunga l’intrigo non
particolarmente coinvolgente e il livello degli interpreti non precisamente
indimenticabile. Ubaldo Lai prova a fare il piacione, nei panni del tenente
protagonista, corteggiando Barbara (Franca Ferrari), al quale rivela,
vergognandosene un poco, il suo vero nome, Ezechiele, di cui Ezzy è solo un
diminutivo. Sheridan, in questo episodio, abbandonando la metropoli
californiana in cui sono ambientate le sue avventure, confessa in qualche modo
le sue origini italiane: non solo il nome Ezechiele, che in americano avrebbe
dovuto essere Ezekiel, ma il bere un prosaico bicchiere di latte anziché il
tipico whisky consumato dai personaggi dei noir americani. Si diceva delle
scarse qualità delle interpretazioni: su tutte spicca quella di Mario Scaccia
nei panni dell’inguardabile sceriffo Taylor. Da arresto immediato lui, altro
che i colpevoli.
Nessun commento:
Posta un commento