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sabato 29 giugno 2024

LA GUARDIA NERA

1505_LA GUARDIA NERA (The Black Watch). Stati Uniti 1929; Regia di John Ford.

Stando a quanto disse John Ford, il film La Guardia Nera venne modificato dopo che il regista aveva abbandonato la produzione. Sempre secondo l’autore, vennero aggiunte delle scene d’amore tra la bellissima Myrna Loy (la divina Yasmani) e il Capitano King (Victor McLaglen); scene che Ford giudicò inutili, lunghe e orribili (“mi venne da vomitare quando le vidi” per citare le parole con cui concluse il suo commento a riguardo). Ora, quelle che probabilmente sono le scene in questione, effettivamente non funzionano: la Loy è meno affascinante del solito (ma non dal punto di vista estetico, laddove è stupenda), mentre McLaglen è decisamente ingessato. Il punto è che, nonostante l’enorme stima verso il gigante del cinema che era John Ford, va detto che il produttore Winfield Sheehan probabilmente non aveva tutti i torti: la storia de La Guardia Nera era troppo scarna. Poi, d’accordo l’attore Lumsden Hare, che nel film interpreta il colonnello della Guardia Nera, era a malapena un attore e non certo un regista, e affidargli la direzione delle scene aggiuntive non fece che peggiorare le cose. Ma è un dato certo che La Guardia Nera è un film tuttora troppo esiguo come sostanza. Ford lascia il segno, è chiaro, e in ogni caso anche Myrna Loy è assolutamente memorabile; già McLaglen appare a disagio in una trama in cui dovrebbe far ricorso ad un carisma da star che, purtroppo per lui, non ha mai avuto. Tra i motivi di interesse del film vanno certamente ricordati i passaggi musicali a cui, evidentemente, Ford, alle prime armi col sonoro, non vedeva l’ora di ricorrere. In effetti, in rapporto alla durata del film e soprattutto all’intreccio, appaiono perfino eccessivi: nel tempo il regista riuscirà a dosare meglio l’apporto della musica, soprattutto nell’ambito dei suoi film imperniati sui corpi militari. Naturalmente l’ironia, presente anche se non in dosi non così massicce, è anche stavolta un altro elemento tipico di Ford, in questo caso impersonata principalmente nel combattente musulmano che chiede perdono ad Allah per la violenza che ha commesso immancabilmente appena prima di commetterne un’altra. C’è un po’ di mancanza del cosiddetto politicamente corretto, è evidente, e la schiettezza del regista americano è un’altra freccia all’arco del film, si veda come esempio la scena finale in cui i nostri si piazzano con le mitragliatrici contro l’avanzare dei ribelli armati unicamente di spade. Vero è che il capitano King riesce addirittura a convincere la guida dei rivoltosi, la divina Yasmani, ad ordinare la resa, per evitare inutili spargimenti di sangue. Ma qui c’è un’altra pennellata di pragmatico realismo di Ford, nella reazione dei mussulmani ribelli che, a fronte di un ordine che per una volta non li sproni alla guerra, decidono addirittura di eliminare quella che fino ad allora era stata trattata da loro come una vera dea. Molto evocativa la scena del successivo attacco dei bellicosi insorti tra i fasci di luci a moltiplicarne le ombre; un espediente tecnico dovuto, sempre secondo Ford, alla carenza di comparse, che dà luogo ad una raffinata rappresentazione. Più ordinarie le scene degli scozzesi impegnati nelle Fiandre; anzi, si potrebbe anche ritenerle sotto ad uno standard accettabile anche per l’epoca. Insomma, non ci siamo eppure qualcosa da salvare c’è, ne La Guardia Nera. Myrna Loy e tutto il suo esotico fascino in primis.








Mirna Loy 






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