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mercoledì 5 giugno 2024

FRECCE AVVELENATE

1493_FRECCE AVVELENATE (Rock Island Trail). Stati Uniti, 1950; Regia di Joseph Kane. 

Per prima cosa, occorre specificare che il titolo italiano, Frecce avvelenate, oltre a non avere alcuna relazione con quello originale, non ce l’ha neppure con il film. Di «frecce avvelenate», infatti, nel lungometraggio della Repubblic Pictures diretto da Joseph Kane, non v’è traccia; nel finale, e solo nel finale, ci sono, semmai, alcune frecce incendiarie, ma niente più di questo. Anche il tema indiano, come è proposto dal titolo italiano, è fuorviante, perché i nativi americani sono, tutto sommato, evocati sin dall’inizio e nel proseguo sono anche presenza fisica costante, ma non costituiscono un pericolo. Il titolo originale Rock Island Trail è naturalmente più centrato su quella che è un’avventura, con molti riferimenti storici, tratta dal romanzo A yankee dared: a romance of our railroads, opera di Frank J. Nevins e pubblicato nel 1933: si tratta del racconto della costruzione di un tratto della prima ferrovia a varcare il Mississippi e arrivare nel west, con particolare attenzione alla costruzione del ponte sul grande fiume. L’attenzione ai dettagli è un valore aggiunto, con le locomotive utilizzate che sono autentici reperti storici: la Virginia & Truckee #21, «J.W. Bowker» e la Baltimore & Ohio #147, «Thatcher Perkins». <dal sito IMDb https://www.imdb.com/title/tt0041816/trivia/?ref_=tt_trv_trv consultato l’ultima volta il 12 maggio 2024>. Nel complesso, l’origine storico/letteraria del soggetto tradisce un po’ le ambizioni del regista, Joseph Kane, che non dà sufficiente ritmo alla sua narrazione, costretto com’è a seguire gli sviluppi una trama, credibile dal punto di vista realistico, ma qualche volta poco scorrevole. A questo servono certi espedienti, come il ricorso alla figura di Abramo Lincoln (Jeff Corey) quando non era che un piccolo avvocato di provincia: cameo divertente e utile alla causa. Pur essendo un western del 1950, Frecce avvelenate si presenta subito con una forte eredità dalla corrente romantica degli anni Quaranta: tra i protagonisti, la prima ad entrare in scena è Abele Mara negli eleganti panni di Constance Strong, nome e cognome che si riveleranno profetici. 

Il personaggio della Mara, oltre a mostrare una costanza decisamente resistente, sfoggerà per tutto il film un campionario di vestiti eleganti e adeguati ad esaltarne la figura, da vera pin-up dell’epoca, e si esibirà anche in un numero canoro apprezzabile. La sua estenuante storia d’amore con il protagonista, il costruttore ferroviario Reed Loomis, interpretato con ardore da Forrest Tucker, può in effetti risultare oggi un po’ stucchevole, ma va detto che Adele era davvero deliziosa. La presenza di Chill Wills, nei panni dell’ubriacone McCoy, assicura una deriva comica sempre pronta ad alleggerire i toni del racconto, come si conviene ad un western del tempo. A proposito dei canoni del genere: il regista Joseph Kane era uno specialista dei western, più che altro produzioni minori dagli anni Trenta ai Sessanta e, in effetti, dimostra di sapervisi muovere con disinvoltura. Tuttavia un paio di dialoghi piuttosto allusivi lasciano esterrefatti, perché di tratta di battute che si possono udire in quelle commedie brillanti degli anni Trenta, prima che entrasse in vigore il codice Hays. La prima delle quali, in effetti, potrebbe anche essere un fraintendimento, questo è vero, ma è comunque curiosa: Loomis sta corteggiando Costance e questa chiede all’uomo di spiegarle i segreti della ferrovia e dei treni. 

La risposta di Loomis, almeno in italiano, suona sul momento perfettamente naturale: “Cercherò di essere soddisfacente”, in effetti, non sembra niente di che. Ma subito l’uomo aggiunge, tra il sibillino e l’ironico “ah, riguardo alla ferrovia, intendo” che mette una mezza pulce nell’orecchio: soddisfare una donna, per un innamorato, può significare ben altro, e questa sua precisazione sembra proprio ribadire questo concetto. Ancora più pesante l’altra battuta che potrebbe davvero nascondere un senso equivoco, sebbene venga quasi difficile credervi. Tra i personaggi del film, ad un certo punto, salta fuori Aleeta (Lorna Gray), un’affascinante principessa Sauk –nipote di Keokuk, leggendario capo indiano– di ritorno da Parigi, dove aveva imparato a comportarsi come una vera dama. Aleena è un personaggio centrale nella «questione indiana» che, se non è il vero tema del film, lo attraversa comunque trasversalmente dall’inizio alla fine. Ma quello che interessa qui è il tentativo della principessa sauk di sedurre Loomis, abbozzando un triangolo melodrammatico con Constance che, per altro, non prende mai veramente fuoco. Nel suo tentativo di seduzione, Aleena, prova prima lasciando intendere all’uomo la sua disponibilità, poi finge di scivolare per finirgli tra le braccia, anche stavolta inutilmente. Loomis, intanto si è acceso un sigaro, e la donna gli chiede se può farle provare a fumare, un vizio che ha imparato a Parigi. A questo punto la principessa, consapevole del proprio fascino, domanda a Loomis come mai sia così insensibile alle sue avances e l’uomo risponde alludendo a Constance, di cui è innamorato. 

La successiva battuta di Aleena lascia tutti spiazzati, tanto Loomis che gli spettatori: “posso dare un’altra boccata al suo sigaro?”, chiede la principessa, e poi, cogliendo un lieve imbarazzo nell’uomo, lo minaccia di farlo rapire dai suoi indiani. “Sta scherzando?” si chiede, e le chiede, il costruttore di ferrovie, ma non è tanto chiaro quale sia l’argomento su cui debba vertere lo scherzo: il rapimento o la questione del «sigaro». Detto che questo paio di passaggi potrebbero essere unicamente equivoci, ben più impegnativa è la citata traccia indiana, che ritorna ripetutamente nel corso della storia. Loomis, infatti, ha l’abitudine di utilizzare modi di dire e usanze dei nativi per sottolineare i momenti più importanti mentre, almeno inizialmente, Constance, che è una ragazza ricca e un po’ viziata, è di ben altro avviso. Per farle un complimento, infatti, il costruttore di ferrovie la paragona ad una squaw, e la giovane non si dice per nulla lusingata della cosa. Il successivo incontro con Aleena, di ritorno da Parigi, la costringe a rivedere le sue convinzioni, perfino quando la principessa sfoggia il suo costume indiano. Ma questo è solo uno dei tanti momenti in cui i nativi vengono trattati con rispetto: nel racconto, si riconosce che l’ostilità degli indiani è spesso frutto di malintesi, si vedono i Sauk addirittura lavorare alla ferrovia per cavare dagli impicci Loomis, e, se ci sono anche alcuni indiani bellicosi, i Sioux, almeno in parte è perché a manovrarli è il vero cattivo della vicenda, Kirby Morrow (Bruce Cabot). Morrow è proprietario di una linea di battelli fluviali e si oppone, quindi, per ragioni concorrenziali, all’espansione della ferrovia; è anche il primo fidanzato di Constance, ma perde ben presto il privilegio, soppiantato ovviamente da Loomis.
Insomma, Frecce avvelenate mette tanta carne al fuoco e, nonostante le spezie piccanti, Joseph Kane non sembra un «cuoco» del tutto all’altezza del compito; ma non si tratta certo di un piatto indigesto. 








Adele Mara 





Lorna Gray 





Galleria 









2 commenti:

  1. c'è una struttura con campi di calcetto, qui vicino casa mia, che si chiama "La locomotiva", con tanto di reperto di una locomotiva vera! (in effetti sono in una zona vicino alla ferrovia...)

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  2. Se per quello anche io abito a fianco della ferrovia ... :)

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