1490_EUROPA DI NOTTE . Italia, 1959; Regia di Alessandro Blasetti.
Quando si parla di Mondo movie, viene in mente subito Gualtiero Jacopetti. In effetti, il giornalista/scrittore toscano merita il titolo di padre di quel particolare genere di film che salì alla ribalta con il famigerato Mondo Cane, uscito nel 1962 e diretto non solo da Jacopetti, ma anche da Paolo Cavara e Franco Prosperi. Tuttavia, la figura di Jacopetti era talmente invadente che, almeno da questo lato dell’albero genealogico del genere, possiamo ritenerlo il riferimento principale. Perché, e questo può anche essere sorprendente, i Mondo movie hanno anche un altro genitore, che non è né Cavare e né Prosperi, che possono essere al massimo gli zii del genere cinematografico in questione. Influenti, d’accordo, perché il loro lavoro sarà, in modi e quantità diversi, continuativo per tutto il periodo cruciale che ebbero questi particolarissimi film. Ma ha dare i natali a questo singolare tipo di documentari fu, forse più di ogni altro, Alessandro Blasetti. Fu infatti su suo incarico, che Jacopetti partì alla volta dell’Europa notturna alla ricerca di situazioni intriganti da inserire nel progetto Europa di notte. E fu proprio durante questa missione che il giornalista toscano, qui nella veste di sceneggiatore e autore del testo fuori campo, che ebbe l’ispirazione per Mondo Cane. Al di là del suo rapporto con i Mondo movie, Blasetti è giustamente considerato uno dei padri del cinema italiano, nel quale annovera una serie di primati nient’affatto trascurabile. Regista di riferimento del cinema del Ventennio Fascista, precursore del cinema dei Telefoni Bianchi, con L’impiegata di papà (1934), del Fantasy italiano, con La corona di ferro (1941) e dei film a episodi, con Altri Tempi – Zibaldone n. 1 (1952). Suo è il primo film sonoro, Resurrectio (1930), perlomeno come realizzazione, e l’utilizzo del colore, con il cortometraggio La caccia alla volpe nella campagna romana (1938).
Fu soprattutto un maestro della commedia italiana ma, giusto per rimarcare ancora una volta il suo eclettismo, 4 passi tra le nuvole (1942), anche quando non viene inserito nella filmografia del Neorealismo, gli consente un posto tra i precursori della corrente più illustre del cinema italiano. E grazie ad Europa di notte, che fu a sua volta, una novità nel panorama cinematografico italiano, è ancora a lui che, abitualmente, si fa riferimento quando si parla dell’origine dell’anomalo fenomeno dei Mondo movie. In realtà il legame è unicamente strutturale: cioè la composizione frammentaria, e priva anche di semplici raccordi tra un segmento filmico e l’altro, Jacopetti, per il suo Mondo Cane, la prese proprio da Europa di notte. Ma, al di là di altre analogie –ad esempio, il commento ironico, del resto opera dello stesso Jacopetti– quello che è diverso lo è in modo sostanziale. La caratteristica principale dei Mondo movie fu infatti l’utilizzo strumentale delle immagini, teso non tanto a seguire uno scopo specifico o preciso, ma piuttosto a destabilizzare tutto quanto quello che veniva percepito dallo spettatore, il “mondo”, se vogliamo utilizzare un termina quanto mai appropriato. Blasetti, in ossequio alla sua capacità di adattamento, non prende certo una posizione tanto drastica. Il suo sguardo complessivo, in Europa di notte, è calibrato in modo da lanciare il sasso nascondendo la mano, come recita un modo di dire che ben spiega lo spirito del film.
Ci sono dei frammenti stuzzicanti, del resto il titolo del film è un evidente richiamo in tal senso. Ma, insieme a spettacoli di varietà con pagliacci e prestigiatori, si possono ammirare le gambe delle ballerine dei night club e tabarin delle capitali europee, ma Blasetti non si spinge mai oltre il lecito concesso dalla censura. Per quanto, lo spettatore sia comunque istigato a dovere, andando ad esempio, a scovare un personaggio come Coccinelle, una tra le prime transessuali della storia, sapendo bene che la cosa avrebbe creato un certo riscontro senza bisogno di mostrare niente di eccessivo. In effetti, un critico severo nei confronti dei Mondo movie come Morando Morandini, così definisce Europa di notte: “È il film-inchiesta che, con ineguagliata eleganza, diede il via ad un esecrabile e sensazionalistico filone sexy che imperversò negli anni Sessanta. (…) fa spettacolo sullo spettacolo.” [Morando Morandini. Il dizionario dei film 2003, Bologna. Zanichelli Editore, 2002]. In realtà è un film sostanzialmente innocuo, che si finge stuzzicante ma è ligio a non uscire dal seminato. Quanto all’eleganza formale, certamente Blasetti sa il fatto suo, e i suoi collaboratori anche; in questo senso, va messo a referto il Nastro D’Argento 1960 vinto da Gábor Pogány per la migliore fotografia a colori. Il film ebbe un notevole successo di pubblico, la critica approvò: guardandolo oggi, onestamente, qualcosa non torna. E, paradossalmente, il merito maggiore che gli si può riconoscere, è proprio quello che, almeno secondo alcuni, è il tasto dolente dell’intera faccenda. L’ineffabile Blasetti, il regista del Ventennio Fascista e di 4 passi tra le nuvole, è riuscito anche stavolta a preparare la strada a qualcosa di nuovo. Se, al netto della pessima fama, i Mondo movie possano definirsi un evento in qualche modo positivo, è certamente tutto da stabilire; comunque sia, parte del merito –o forse bisognerebbe dire della colpa, dando retta alla critica ufficiale– è di Blasetti e del suo Europa di notte. E, in fondo, questo è un elemento più interessante che disquisire sulla qualità o sull’eleganza di un innocuo documentario sui tabarin d’epoca.
Coccinelle
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