1488_IL GIORNO PIU' CORTO . Italia, 1963; Regia di Sergio Corbucci.
L’ironico e esplicito riferimento del titolo di questo film
di Sergio Corbucci è ovviamente a Il
giorno più lungo, opera di autori vari e uscito l’anno precedente. Il
titolo simile ma dal significato contrario, in questo caso si tratta infatti de
Il giorno più corto, racchiude in
senso del film: semplificando, possiamo dire che si tratta di due film bellici
ma quest’ultimo è comico mentre l’altro drammatico e questo è riferito alla Grande Guerra e l’altro al conflitto
mondiale più recente. Analogamente a Il
giorno più lungo nel film di Corbucci sono chiamati a recitare o anche solo
a fare una comparsata, una moltitudine di attori: sempre fedele al rapporto
simile ma rovesciato rispetto al film americano, Il giorno più corto, pur essendo appunto più corto, ha circa il
doppio di interpreti che danno il loro contributo in scena. Pare che in questo
caso siano addirittura 88, almeno stando a quanto dichiarato dal manifesto del
film, in ogni caso tantissimi. Tuttavia al centro della scena rimangono
costantemente Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, ancora relativamente all’inizio
della loro fortunata carriera cinematografica. La coppia funziona già
egregiamente e, in questo caso, può approfittare di una storia tutto sommato
dotata di una struttura narrativa che rende le loro gag organiche con il testo.
Tra i personaggi che hanno più spazio spicca la performance di Virna Lisi nei
panni di Naja, una sorta di artista
volenterosa di dare una mano al fronte. La Lisi comincia sgambettando vivace sul palco per i
soldati, successivamente ha un ruolo nel racconto vero e proprio: nel complesso
regge con buona presenza scenica lo spazio che il copione le concede. Walter Chiari e Raimondo Vianello interpretano
in tono oltremodo farsesco i loro ruoli e, avendo una certa esperienza nel
genere comico, se la cavano con mestiere.
Il film scorre via liscio tra qualche
risata e qualche moto di sorpresa allorché si scopre Jean Paul Belmondo o
Stewart Granger nel cast: pare inoltre che la maggior parte degli attori si
prestò a queste comparsate gratuitamente per aiutare
la Titanus,
lo studio di produzione, che rischiava il fallimento. Da sottolineare, oltre
alla classiche melodie italiane della
Prima
Guerra Mondiale, la divertente canzone sui titoli di testa di Piero
Piccioni. In definitiva va detto che Corbucci coglie tutto sommato rapidamente
lo spunto di Mario Monicelli che, con il suo capolavoro
La
Grande Guerra (1959),
si era permesso (anche) di scherzare con un evento tanto importante della
storia italiana. Quello di Monicelli è un film di caratura ovviamente superiore
a cui quello di Corbucci fa un po’ il verso anche se prende, come detto,
ispirazione dichiarata dall’americano
Il
giorno più lungo. Ma
la
Prima Guerra Mondiale è un evento che per noi
italiani è italianissimo e, anche se negli anni sessanta il
ventennio era passato da un pezzo,
scherzarci sopra non era cosa così scontata.
La grande Guerra aveva dimostrato che si poteva fare, seppur aveva
mantenuto una cifra drammatica, anzi tragica: in questo incarnando assai meglio
del film di Corbucci l’italica natura. Ma la chiave di lettura comica de
Il giorno più corto è esplicitata sin
dal titolo e dagli attori messi in evidente primissimo piano rispetto agli
altri: Corbucci è quindi stato tempestivo e corretto. In chiusura anche Totò,
che stava girando
Il Monaco di Monza,
saluta dalla finestra nei panni di un cappellano bersagliere: la
benedizione del
principe della risata vale da conferma che il film ha raggiunto il
suo scopo.
Virna Lisi
Sandra Milo
Anouk Aimée
Galleria
Franco & Ciccio che si fanno le ossa... ;P
RispondiEliminapensa che pure le eresie dei primi secoli del Cristianesimo erano 88, parola di Sant'Agostino! :)
...nella locandina conto invece 100 "foto-tessere", ma non ho controllato se ci sono doppioni... ;)
Bisognerebbe averla in grandezza originale, ma una fotobusta de il giorno più corto non credo la comprerò mai :)
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