756_ASTRONAUTI PER FORZA (Road to Hong Kong). Stati Uniti; 1962. Regia di Norman Panama.
Dieci anni dopo l’ultimo episodio della serie di film Road
to…, Bing Crosby e Bob Hope tornano in coppia sullo schermo in una nuova
commedia comica che stavolta prende di mira la moda dei viaggi spaziali tanto
diffusa negli anni sessanta. La povera Dorothy Lamour, che era stata una
presenza fissa e di rilievo nei sei precedenti film della serie (tanto che si
potrebbe parlare di trio anziché duo di protagonisti), è relegata in un
semplice cameo in questo Astronauti per forza. Stando all’attrice, la
cosa fu voluta da Bing Crosby che la riteneva troppo vecchia per il ruolo:
Dorothy aveva in effetti 48 anni, in ogni caso ben portati. Certamente meglio
dei 59 anni di Crosby che, sullo schermo, sembra un vecchietto e non è, ad
essere pignoli, troppo credibile quando avanza le sue pretese di dongiovanni
con l’attrice scelta per essere la star femminile della storia, Joan Collins.
Joan, che di anni ne aveva 28, era uno splendore e garantiva un richiamo
maggiore, e questo è comprensibile, ma va sicuramente apprezzato il
comportamento di Bob Hope che insistette (al punto da mettere in dubbio la
propria partecipazione al film) affinché a Dorothy Lamour venisse concesso
almeno un piccolo ruolo. Che poi, non è che Astronauti per forza sia un
film imprescindibile in sé stesso e nemmeno all’interno della serie, visto che
i due attori avevano già dato il meglio, sia separatamente che in coppia. Si
tratta di una vicenda umoristica con qualche trovata divertente e sostenuta
dalla presenza di tanti ospiti (Peter Seller, David Niven, Frank Sinatra, Dean
Martin, tra gli altri) e dalle battute metalinguistiche (ad un certo punto i
nostri chiedono esplicitamente aiuto agli addetti degli effetti speciali della
troupe per cavarsi d’impaccio in una scena d’azione). Sono escamotage che
presentano allo spettatore situazioni fuori contesto e quindi inaspettate, e
servono a rilanciarne l’attenzione. Niente di male, per carità, ma sono anche,
al contempo, la certificazione che la storia raccontata nel film non ha
una sufficiente verve comica di suo. In ogni caso si tratta di un film buffo e
abbastanza divertente. Nel cast anche una sventola bionda, che rifila uno
schiaffo a Bob Hope, di nome Jaqueline Jones e che si era vista qualche anno
prima bruna e col nome di Lynn Shaw ne Il grido di Michelangelo Antonioni.
Ma si tratta di un piccolo cameo; in materia femminile Astronauti per forza
rimarrà negli annali per aver dimostrato che Joan Collins può tranquillamente
interpretare con qualità anche un ruolo brillante, leggero e spensierato, con
qualche passaggio canoro. L’attrice inglese se fosse stata anche sprecata per
un film del genere, e l’impressione sorge, non sembra essersene data pensiero
fornendo una prestazione professionale e divertita.
Joan Collins
Dorothy Lamour
Jaqueline Jones AKA Lynn Shaw
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