740_APPUNTAMENTO COL DESTINO (Turn the key softly). Regno Unito; 1953. Regia di Jack Lee.
Una ventenne Joan Collins, già splendida seppur ancora intenta a prendere le misure con il registro interpretativo cinematografico, è uno dei motivi di interesse dell’apprezzabile Appuntamento col Destino, dramma inglese diretto dall’onesto Jack Lee. In realtà, la protagonista ufficiale del film figura essere la leggermente più matura Yvonne Mitchell (nei panni di Monica), attrice di solida scuola teatrale che tiene effettivamente il centro della scena più a lungo. Il problema è che il copione prevede per la Mitchell il ruolo della donna brava e responsabile che, incapace di distinguere l’amore dalla bontà d’animo, è così facilmente vittima del mascalzone di turno, in questo caso David (Terence Morgan). L’uomo, oltre che un bel fusto, è un vero poco di buono, uno che compie colpi spettacolari e non ha troppi scrupoli, nemmeno a lasciare nei guai la propria ragazza al posto suo. Così Monica finisce in prigione, dove la ritroviamo il giorno della sua scarcerazione, che coincide con l’inizio di Appuntamento col Destino. Insieme a lei vengono rilasciate Stella (la Collins) e l’anziana nonna Quilliam (Kathleen Harrison): durante la prigionia le tre hanno in qualche modo solidarizzato, sebbene solo tra Monica e Nonna Quilliam si possa parlare di vera amicizia. Perché Stella, un’ex prostituta, non ha tempo da perdere con le amiche, deve uscire e sposarsi al più presto con Bob (Glyn Houston). L’uomo è un autista di bus ed è completamente estraneo al giro di Stella: e proprio per questo la ragazza se lo vuole sposare; vuole una vita normale.
Uscire di galera, per una donna, negli anni cinquanta, a Londra, non è però cosa semplice e per tutte e tre già l’approccio non sarà una passeggiata. Monica si accasa da un’amica, poi si cerca un lavoro: dopo qualche difficoltà, viene sorprendentemente assunta come impiegata. Nonna Quilliam ritrova il suo Johnny, un cagnolino, e con esso il vecchio alloggio. Bob deve invece entrare in servizio quasi subito e lascia Stella dandole tre sterline, per resistere una settimana, dopo la quale si sposeranno. Dopo queste rosee premesse le cose peggiorano, d’altra parte Appuntamento col Destino è un dramma, addirittura a tinte noir. Ecco infatti che compare sulla scena David che, come accennato, è un criminale: dopo qualche prevedibile freddezza, Monica comincia (e continua) a negarsi ma contemporaneamente ad accettare le proposte dell’uomo. Un comportamento tipicamente femminile, in genere definito dall’espressione al cuor non si comanda.
E’ chiaro che, sommariamente, si può in effetti dire che ragione e sentimento troppo spesso non coincidano o che cuore e cervello abbiamo criteri di valutazione assai dissimili ma, in questi casi, sembra quasi che la risposta femminile sia automatica, che non sia tanto una questione di scelta del cuore ma piuttosto un riflesso incondizionato (in effetti il cuore è un muscolo involontario e forse è stato scelto anche per questo come simbolo del sentimento amoroso). Tuttavia un eccesso di questa sciocca irrazionalità non solo toglie, paradossalmente, poesia al sentimento muliebre più tipico ma spiega anche come sia semplice, per l’uomo che non abbia alcuno scrupolo, manovrare la propria compagna a piacimento. E va detto che la Mitchell, con la sua bellezza sobria e sofferta, è perfetta per incarnare questo modo di intendere l’amore, di cui il suo personaggio è intriso, arrivando, nel finale, a battibeccare col classico uomo della strada pur di difendere il suo David.
Il quale, piuttosto, aveva appena dato sfoggio della sua totale mancanza di rispetto per la legge ma soprattutto per lei. L’aveva coinvolta con l’inganno in un altro colpo proprio il giorno del suo rilascio in modo che, una volta in ballo, la ragazza non potesse più ritirarsi in quanto ricattabile. Le sequenze finali, quando David prova a scappare sui tetti ed è catturato dalla polizia, sono molto efficaci e confermano l’impostazione valida, da un punto di vista narrativo, del film. Comunque, Monica, con una buona dose di fortuna e molta fatica, troppa fatica, riesce a sciogliersi da ciò che la legava a David (verrebbe da dire anche perché questi viene portato via dalla polizia). Intanto anche le due ex colleghe di prigionia hanno avuto i loro trascorsi, in questa fatidica prima giornata di libertà: Nonna Quilliam è andata a trovare la figlia, che la liquida sbrigativamente.
Ben costruito il passaggio che, grazie a qualche semplice scambio di battute tra le due donne e la nipotina, lascia capire quanto la povera anziana sia ospite poco gradita dalla figlia. In seguito, la vecchina smarrisce perfino il suo cane e comincia una ricerca disperata per le strade di Londra. Stella, una volta sola, è rimasta abbagliata da un negozio di moda e da un paio di orecchini, un po’ pacchiani, per la verità, dal costo di tre sterline. Ci sono le vecchie amiche, le ragazze di strada, e poi le luci al neon della vita mondana di Londra: delle tre, Stella è quella che i bookmakers, gli allibratori inglesi, darebbero più facilmente in procinto di ricascare: e, in effetti, eccola coi pendagli da tre sterline alle orecchie. Ma non sono tanto le debolezze a rappresentare il vero problema per l’uomo o la donna quanto la volontà nel tentare di superarli; questo sembra essere il tema di Appuntamento col Destino.
E, quindi, è proprio ideale la scelta di Joan Collins per il ruolo di Stella, con l’attrice davvero perfetta nel mostrare il suo naturale desiderio entusiasta, sia esso per qualcuno o qualcosa (ad esempio i preziosi), che quando la travolge la fa facilmente vacillare. Ma, sebbene ancora fresca dei suoi vent’anni, la stoffa di Joan già si intuisce ed è a questa che ricorre Stella quando compie le scelte che le permetteranno di rimettersi in carreggiata. All’uomo che ha abbordato (in un altro bel passaggio ad incastro della trama) e che le offre di comprarsi un altro paio di orecchini, in luogo di quelli tanto pacchiani, chiede solo tre sterline, quando avrebbe potuto farci la cresta. Il tizio è ubriaco, fatto ubriacare da Stella, per inciso, e offre direttamente il portafogli alla ragazza, gonfio di sterline; lei soppesa la cosa, poi sfila tre banconote da un pound e rimette il borsellino al suo posto.
per me l'attrazione verso un'altra persona è soprattutto una questione di chimica... per cui, come giustamente dici, avviene in maniera automatica, senza starci a pensare troppo... e questo forse spiega come mai poi sopraggiungano i problemi... forse il metodo opposto, lo studiarsi a fondo prima di mettersi assieme non è nemmeno esso una garanzia di successo, però trovo che sia un metodo comunque migliore, perchè alla lunga ciò che realmente serve sono le affinità e non le differenze che magari fanno colpo in un primo momento... insomma, un po' di testa sarebbe meglio mettercela ;)
RispondiEliminamolto interessante la scena in cui la Collins mette gli orecchini nelle mani dell'uomo, me la immagino gestita con una certa lentezza, per far percepire il suo dramma interiore...
e anch'io trovo simpatica la vecchina, renderla la protagonista è forse un modo per non giudicarla, malgrado tutto :)
In campo sentimentale, come dice il proverbio (in guerra e in amore tutto è permesso), difficile stabilire delle regole. Io trovo però dannoso l'applicazione in questo ambito dell'accanimento terapeutico.
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