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martedì 21 luglio 2020

IL TESTAMENTO DEL DOTTOR MABUSE (EDIZIONE FRANCESE)

604_IL TESTAMENTO DEL DOTTOR MABUSE (Le Testament du Dr. Mabuse). Francia 1933. Regia di Fritz Lang.

La versione francese de Il testamento del Dottor Mabuse circola ancora troppo spesso in Italia come versione ufficiale del film di Fritz Lang. In realtà l’edizione più autentica è quella tedesca: e quando si dice edizione tedesca, si intende proprio un altro film, un’altra pellicola. Per quella francese vennero infatti rifatte moltissime scene ed è una cosa, seppur forse in modo non così sostanziale, appunto diversa. Del resto non è che, vedendo Il testamento del Dottor Mabuse tradotto dall’edizione francese, assistiamo a qualcosa di completamente opposto da quanto inteso da Lang, anche perché si tratta di una regia considerata comunque sua. In genere è però una versione più breve, di una mezz’ora, e alla quale mancano quei riferimenti più espliciti alla figura al nazismo, oltre all’unica traccia sentimentale del film, ovvero la storia d’amore tra Lilli e Kent. Nonostante queste diversità si può anche osservare il piglio pignolo di Lang che ripropone, tra le molte sequenze rifatte per l’occasione con attori francesi, precisamente le stesse scene con le stesse inquadrature della prima versione. L’impiego di attori differenti comporta, ovviamente, alcune modifiche legate alle loro capacità: e questo non è un aspetto secondario perché, fatto salvo che Rudolf Klein-Rogge (nei panni del Dottor Mabuse) e Karl Meixner (Hofmeister), tutti gli altri interpreti, tra le due versioni, sono diversi. Tra i sostituti, l’unico che riesce davvero a non sfigurare nel confronto è Jim Gérald nel ruolo del commissario Lohmann. Sia chiaro, Otto Wernicke dava l’idea di essere molto più tosto, ma la versione francese del poliziotto acquista un po’ in simpatia, una figura quasi paciosa che alleggerisce il tono complessivo della vicenda ma che non vi stona. Il resto del cast, a partire da Thomy Bourdelle (il Dottor Baum), appare invece meno incisivo nel confronto dei rispettivi personaggi del Testamento tedesco. Questa edizione francese fu realizzata per volontà del produttore Seymour Nebenzal della compagnia Nero-Film: ai tempi non c’era ancora il doppiaggio o i sottotitoli e realizzare un film in francese sembrò una buona idea per promuoverlo anche nel resto del mondo. 

Lang parlava fluentemente il francese e c’è da credere che non ebbe particolari problemi con i nuovi attori e nella realizzazione del film, seppure pare non abbia avuto il controllo sul montaggio finale di Lothar Wolff. E’ curioso notare però come anche il secondo film dedicato a Mabuse finisca per essere doppio, ovvero uno dei temi dell’opera e della poetica di Lang più in generale. Certamente è una coincidenza: se nel film del 1922 la suddivisione in due capitoli poteva essere dettata da motivi artistici (seppure l’eccessiva durata alimentava certamente anche istanze commerciali in questo senso), sono certamente squisitamente produttive le motivazioni alla base dell’esistenza di due differenti testamenti. Di cui, si è detto, per cogliere appieno il valore va fatto riferimento al primo originale tedesco. Tuttavia nel complesso anche quella francese è un’opera ugualmente di alto livello, forse solo meno estrema rispetto alla versione originale. Ma in una pellicola come Il testamento del Dottor Mabuse quella differenza è quella che passa tra un capolavoro e un ottimo film.  


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