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giovedì 12 settembre 2019

IT - CAPITOLO DUE

409_IT - CAPITOLO DUE (It: Chapter Rwo); Stati Uniti 2019Regia di Andrés Muschietti.

Dunque: 169 minuti questo secondo capitolo, 135 il primo, per un totale di oltre 300. Più di cinque ore. Cinque ore di film per raccontare una storia che, al netto delle varie ramificazioni secondarie e delle scene da manuale della meccanica della paura, si può così riassumere: bambino sovrappeso emarginato si innamora della bella della classe e le scrive una poesia. La ragazzina ha però in mente un altro del gruppo e si immagina sia stato questi a scrivergliela. Serberà a lungo un intimo sentimento per quest’ultimo; almeno fino alla rivelazione della verità con lieto fine annesso. Perché, in fin della fiera, è questo il vero passaggio emozionante di It, già anche nella sua forma libraria. Ecco, a proposito del rapporto con il libro da cui è stato tratto, c’è forse il merito maggiore di quest’opera filmica di Andrés Muschietti. Prima, però, tracciamo un bilancio sommario di questo It - Capitolo Due: nel complesso un po’ troppo rutilante, (ma come ormai da prassi mainstream hollywoodiana), eccessivamente lungo per quanto poi offra, si guadagna la pagnotta grazie ad alcune scene di solido mestiere. Tra le quali svetta la visita di Beverly (Jessica Chastain) alla sua vecchia casa, dove trova un’anziana signora ad attenderla: perfetta sequenza di classico cinema del terrore. Ma, come ogni film tratto da Stephen King, il punto nevralgico è il rapporto con il testo scritto all’origine del trattamento. In genere il re del terrore letterario non è mai troppo soddisfatto delle trasposizioni in pellicola delle sue opere e non manca di farcelo sapere; non in questo caso. King, entusiasta, addirittura si è concesso un cameo nel film (è un antiquario che fa dell’ironia sugli scrittori famosi) rimarcando così la paternità di It.
Mossa a cui, il regista, ha replicato con la didascalia finale con il proprio nome seguito dalla ‘esse' apostrofata (la formula del genitivo sassone), prima del titolo. Curioso ci sia una simile disputa sulla paternità di un film che non è nemmeno del tutto riuscito. E, sebbene sembri, e molto probabilmente sia, una excusatio non petita, accusatio manifesta, il continuare a rimarcare il fatto che lo scrittore della storia, Bill (James McAvoy), non sappia scrivere il finale dei suoi libri, il punto non è solo quello. Certo, It, il libro, ha un finale deludente, poche balle; inevitabilmente ce l’ha anche il film, che è sufficientemente ossequioso nei confronti del testo d’origine (chiedere a King per conferma) e quindi fallisce dove falliva il romanzo. 

Ma non è soltanto quello; la vera utilità di quest’opera di Muschietti è che permette di capire, a chi non l’avesse già fatto, perché i romanzi fiume, compresi quelli del terrore e compresi quelli di King, erano deboli. Era difficile, (ma non impossibile) accorgersi che It, il libro da oltre mille pagine da divorare in pochi giorni, in realtà è un brodo allungato. Sembra una contraddizione: si legge d’un fiato, ma in realtà ci mena per il naso senza arrivare al dunque. Ma questo è. Muschietti è un bravo regista; ma non vale, come affabulatore, sullo schermo quello che King vale sulle pagine di un libro. E allora emerge la nuda realtà della vicenda narrata: una lieve traccia sentimentale in una piccola storia di formazione, probabilmente nemmeno risolta. 
Certo, è evidente che alla base del fenomeno dei romanzi fiume c’erano e ci siano anche motivazioni commerciali oltre che artistiche: si vendono pochi libri, ma quei pochi lettori che ci sono, sono fedeli. Per cui si può alzare il prezzo di vendita dei volumi; a patto di offrire quantitativamente di più, che 15 euro (o dollari) per un libro di 150 pagine rischiano di essere troppe anche per il lettore fidelizzato. Questo è uno dei fattori editoriali che determinò l'arrivo in libreria di tomi come It; scrittori bravi nello scrivere, come King, permettevano di mascherare bene queste premesse. Non c’è niente di male, sia chiaro, nell’essere un imbonitore, un intrattenitore; chi ha tempo da far passare può trovare utili questo tipo di libri come anche il film di Muschietti.
Nel qual caso, cinque ore in un colpo solo (vabbè due).  





Sophia Lillis


Jessica Chastain





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