416_IVONNE LA NUIT ; Italia, 1949. Regia di Giuseppe Amato.
Giuseppe
Amato, il regista di Ivonne la Nuit , ha un ruolo di
rilievo nel cinema italiano in veste di produttore; più limitate le sue
capacità dietro la macchina da presa, come testimoniato anche da questo film
con Olga Villi (l’Ivonne della storia) e Totò (Nino). Il lungometraggio,
infatti, non è che funzioni granché: bene la prima parte, con la Villi che, sui palchi dei
teatri della belle epoque, ripropone in modo credibile il
fascino dell'epoca. L'attrice non è che sia un'interprete memorabile, e se ne
avrà la conferma nella seconda parte del lungometraggio, dove la vicenda prende una deriva drammatica,
ma ha indiscutibilmente il phisique du
role per dominare la scena grazie ad una statuaria e, al tempo stesso,
aggraziata figura. Nella sua ombra finisce per stare, sia per il ruolo nella
storia ma anche per resa sullo schermo, perfino Totò. Rappresentazione sul
palco teatrale de Il bel ciccillo a
parte, dove si muove come un burattino in un convincente passaggio, il principe della risata viene di fatto
relegato a spalla della protagonista. Se nella prima parte del film la Villi prende con naturalezza
il centro della storia per via della prestanza scenica, nella seconda, che
vorrebbe essere più seria, Totò non sfrutta a dovere l'opportunità di colmare il mismatch. Si tratta
del suo primo ruolo drammatico e l'attore napoletano proprio non convince: con
Totò e la Villi
incapaci di comunicare tramite la recitazione il momento sofferto, il film
finisce per svilirsi in modo eccessivo.
Meglio, a quel punto, il pur eccessivamente sdolcinato primo tempo, dove Amato piazzava sovente la macchina da presa in un punto limitandosi a riprendere gli attori sul palco (i momenti migliori) o alle prese con qualche stucchevole scena sentimentale (questi quelli più ostici). Purtroppo, se la regia non eccelle, si è detto che anche gli
attori si adeguano al tono generale con prestazioni in generale piuttosto sciatte. In
definitiva, le qualità che rendono Ivonne
la Nuit
degno di interesse sono: l'affascinante rievocazione della belle epoque, la presenza scenica della protagonista, Il bel ciccillo, ovvero l’unico acuto di Totò; fa
specie, ed è comunque una curiosità, vedere lo stesso attore napoletano relegato a
spalla di turno. Da notare che il cast vede all'opera anche Gino Cervi (non va
oltre l'onesta prestazione), Ave Ninchi (una comparsata) ed Edoardo De Filippo
(marginale).
Insomma,
difficile cavarci una sufficienza.
Olga Villi
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