126_L'ORA DELLA FURIA (Firecreek). Stati Uniti, 1968; Regia di Vincent McEveety.
In pieno fase crepuscolare del western, questo L’ora della furia cerca di trovare una
sorta di equilibrio tra le varie tendenze che alla fine degli anni 60 hanno
ormai minato la classicità del genere. Per farlo vengono convocati due mostri
sacri della storia del cinema western, ovvero James Stewart e Henry Fonda, che
interpretano le due correnti diverse che il genere ha sostanzialmente preso. Da
una parte Stewart è nel ruolo di quell’uomo mite e pacifista che già altre
volte ha interpretato, anche in pellicole non western, ma comunque in
contrasto con l’indole intrinsecamente violenta dell’epopea del far west. Henry
Fonda, viceversa, capeggia un gruppo di banditi, spietati e violenti come la
svolta crepuscolare del genere impone. La contrapposizione stenta un po’,
soprattutto il personaggio di James Stewart, lo sceriffo onorario Johnny Cobb,
fatica un po’ troppo a carburare, e
finisce per far sembrare inadeguato e posticcio lo spirito pacifista che
l’attore, quando gli era capitato, (anche all’interno del genere, come ad
esempio nel bellissimo L’uomo che uccise
Liberty Valance) aveva interpretato in modo esemplare. In fondo se la cava
meglio Fonda che è il classico violento e cattivo del nuovo corso western, visto che conserva l’innata classe e ha la fortuna di duettare con la deliziosa
Inger Stevens.
E proprio il cast sontuoso è forse l’elemento migliore che
caratterizza questo L’ora della furia:
oltre alla coppia d’assi, ci sono i
quattro banditi interpretati da Gary Lockwood (il bello e dannato), Jack Elam
(il brutto sbilenco), Morgan Woodward (il ruvido), e James Best (il meno
sveglio); c’è poi un altro attore valido come Ed Begley nel ruolo a lui
congeniale di pastore della chiesa, e la componente femminile, oltre alla
elegantissima Stevens conta della giovane biondissima e bellissima Brooke Bundy
e della corvina ma non meno bella Barbara Luna. Chiude la truppa dei personaggi
di rilievo l’attempata Louise Latham, (precedentemente vista in Marnie di Hitchcock nel ruolo della
madre della protagonista).
Insomma, gli attori ci sono (in abbondanza), tecnicamente il
regista Vincent McEveety dirige con mestiere, la trama vacilla forse un po’, ma alla fine la
sufficienza arriva in porto.
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