617_MISERIA E NOBILTA' ; Italia, 1954. Regia di Mario Mattoli.
L’impostazione del film è apertamente ispirata all’omonima
opera teatrale di Eduardo Scarpetta; il regista Mario Mattoli è molto bravo nel
farne un punto di forza e di caratterizzazione della pellicola, e non un
limite. La fotografia, gli scenari, tutto riporta alla mente l’artificiosità di
una rappresentazione teatrale e questo escamotage permea tutto il film di
un’atmosfera retrò adeguata al testo trattato. Il mattatore della vicenda è
naturalmente Totò, in splendida forma, impegnato in alcune scene memorabili, su
tutte quella in cui con i famigliari e coinquilini si avventa su un vassoio di
spaghetti ma tra le altre va ricordata anche quella della lettera da scrivere che,
quando c’è di mezzo l'attore napoletano, ha sempre esiti esilaranti. Il cast è nel complesso
ben attrezzato e si fregia anche di una superlativa e giovanissima Sophia
Loren, statuaria e folgorante anche se, a dir la verità, poco valorizzata da un
testo che la lascia un po’ troppo sullo sfondo. Ma vanno citati anche Carlo
Croccolo (nei panni di Luigino), Enzo Turco (Pasquale il fotografo), Dolores
Palumbo (Luisella) oltre al piccolo Peppeniello (Franco Melidoni), il cui “Vincenzo
m’è padre a me” è uno dei tormentoni della pellicola. Fortunatamente, in un
tema con una contrapposizione tra miseria e nobiltà, Mattoli evita sia i facili
toni socialmente impegnati di maniera quanto il qualunquismo tipicamente
italico, e lascia spazio ad una comicità briosa e disinteressata. In definitiva Miseria e Nobiltà è uno dei capisaldi della commedia
italiana oltre che della carriera del principe della risata.
Sophia Loren
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