576_HOBSON IL TIRANNO (Hobson's choice); Regno Unito, 1954. Regia di David Lean.
C’è forse qualcosa di più inglese del periodo vittoriano?
David Lean vi ambienta la commedia Hobson
il tiranno e ne approfitta, tra le altre cose, per tratteggiare in modo
impareggiabile il ruolo della donna nella società britannica (del tempo ma non
solo). Il film è una commedia arguta e divertente, in cui l’origine teatrale è
perfettamente intuibile dalle limitate ambientazioni della storia, oltre che
dalla necessaria bravura richiesta agli interpreti. Tra cui spicca, ovviamente,
Charles Laughton, nella parte dell’Hobson del titolo, un dispotico calzolaio
vedovo, ubriacone e con tre figlie a carico. A far da contraltare no, perché
mettersi con un attore del peso di
Laughton è dura per chiunque, ma ad occupare i pochi spazi che l’istrionico
Charles lascia, c’è John Mills nel ruolo del suo operaio William Mossop. Ma è
solo apparenza: perché a manovrare il
buon Mossop è la figlia maggiore di Hobson, Maggie (Brenda De Banzie), e la sua
intraprendenza nel fronteggiare la personalità e l’autorità dell’ingombrante
genitore è l’aspetto più interessante del film. Se le sue due sorelle, Alice
(Daphne Anderson) e Vicky (Prunella Scales) sono più giovani, gradevoli e
civettuole, Maggie è la tipica donna inglese determinata e inarrestabile quando
architetta qualcosa. Per raggiungere il suo scopo è perfino in grado di fingere
di assoggettarsi al marito, ma è solo per ottenere quello che si è ficcata in
testa. Stando a quello che si vede dal film, da prendere quindi come spunto di
riflessione e non come documento storico, si deve anche all’emancipazione della
donna l’evoluzione della società inglese che, fosse stato per individui come
l’Hobson della storia, sarebbe rimasta sulle sue posizioni in eterno. Lean confeziona
la sua commedia con la consueta maestria, il tenore è leggero e il ritmo
brioso: non ci si annoia di certo.
Brenda De Banzie
Daphne Anderson
Prunella Scales
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