568_MARIA DI SCOZIA (Mary of Scotland), Stati Uniti 1936. Regia di John Ford (e Lesle Goodwins n.a.).
Atipico nella carriera di John Ford (ma del resto pare ci
mise mano anche il regista Leslie Goodwins), Maria di Scozia è un film storico biografico nel quale la
RKO Radio Pictures profuse un ingente sforzo
produttivo. Il set del castello dove è ambientata perlopiù la vicenda venne
ricostruito in studio su uno spazio enorme e grandissima cura fu prestata ai
vestiti, agli accessori, agli arredi, alle scenografie. Per quanto questo lavoro
di ricostruzione immane sia riconoscibile sullo schermo, una certa impressione
di rappresentazione teatrale, o comunque artificiosa, rimane ma non è certo un
limite dell’opera. Anche perché ben si sposa con lo stile classico e debitore
all’espressionismo europeo con cui Ford illumina le sue scene, stilizzando in
questo modo tutto quanto il racconto. La storia di Maria di Scozia sarebbe anche interessante, con gli intrighi di
potere tra la regina degli Stuart e la cugina Elisabetta I d’Inghilterra, ma
Ford non sembra coinvolgersi e coinvolgerci più di tanto. Quindi, se
figurativamente il film ha passaggi notevoli, come quelli del processo nel
finale, la trama procede un po’ a fatica e non sempre è semplice comprendere i
giochi di potere che coinvolgono gli esponenti della nobiltà scozzese. Ma del
resto pare che lo stesso regista definì la questione in modo sbrigativo come “una vicenda di gangster come tante altre;
come quando le gang di Chicago si scannano per il mercato nero della birra”.
E’ vero che Ford non era sempre attendibile, nelle sue dichiarazioni a volte
eccessivamente provocatorie o anticonvenzionali, ma più che altro questo suo
atteggiamento sembra lasciar intendere una scarsa sintonia col materiale
trattato dal suo film.
Che la lotta per il potere è simile in ogni contesto e
in ogni epoca è innegabile, ma la
Storia è fatta anche dalla capacità di quei personaggi capaci
quasi di ergersi al di sopra della loro semplice natura umana. Se la Stuarda un personaggio del
genere lo sia stata, è difficile da dirsi per lo spettatore comune e
francamente impossibile vedendo il film di Ford. Quella interpretata da Katherine
Hepburn (ancora giovane e fresca) è un’eroina al centro di un complotto
mentre è indecisa tra la passione e la ragion di stato, ma a cui manca un po’
di nerbo, di forza, anche se può sembrare strano vista la riconosciuta verve
dell’attrice. Purtroppo non basta, per avere un’interpretazione memorabile, una
grande capacità attoriale in un contesto sontuosamente ricostruito e
ottimamente illuminato: serve almeno un po’ di passione, e quella in Maria
di Scozia purtroppo latita. Nel cast vanno ricordati Frederich March
(è il conte di Bothwell), e John Carradine (David Rizzo). Moroni Olsen poi è un
istrionico John Knox che, non fosse passato alla Storia come lo sciagurato
distruttore di opere d’arte oltre che religiose che è stato, potrebbe essere
anche una nota di colore.
Katharine Hepburn
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