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lunedì 18 maggio 2020

NUDE... SI MUORE

570_NUDE... SI MUORE , Italia 1968Regia di Antonio Margheriti.

Il regista Antonio Margheriti aveva già mostrato ai suoi esordi una buona verve gotica, contribuendo con tre film alla corrente italiana del cinema dell’orrore, il gotico, che furoreggiò nei primissimi anni sessanta. Nel 1968 intuisce forse che si sta facendo strada, nel panorama nazionale, anche un filone meno strettamente horror e più vicino al thriller nel quale preponderava una forte deriva investigativa, tanto che a livello internazionale questo genere verrà in seguito identificato con il termine giallo, ovvero il thriller all’italiana. Sarà Dario Argento ad essere maggiormente riconosciuto come riferimento di questo cinema, sebbene il suo L’uccello dalle piume di cristallo sia del 1970, quando per quasi tutto il decennio precedente in molti avevano già frequentato, nella penisola, queste coordinate cinematografiche. Tra questi anche Antonio Margheriti, con il suo Nude… si muore, un film nel quale l’autore romano interpreta in modo conforme al genere alcuni aspetti ma lascia comunque un’impronta originale. Nei cliché del genere va annoverata la trama gialla con qualche passaggio di sceneggiatura un po’ forzato, in quanto lo scopo primario del thriller all’italiana è sempre sorprendere lo spettatore e per farlo si sacrifica (troppo) spesso la coerenza narrativa. Non che in Nude… si muore ci siano incongruenze scandalose, per la verità; anzi, da questo punto di vista è forse superiore alla qualità media dei prodotti simili del tempo. Al massimo si può rimproverare al regista e agli sceneggiatori l’uso improprio di strumenti come i walkie talkie, al tempo certamente più credibile ma, visto oggi, davvero superficiale. 

Sempre in tema col genere è anche l’ambientazione nel collegio femminile e le allusioni pruriginose, sebbene anche da questo punto di vista Margheriti si contenga e non ecceda con scene volgari o gratuite: volendo vedere, lo spettatore attratto dalla idea maliziosa di una vicenda in un istituto che pullula di giovani ragazze, verrà piuttosto deluso. La storia non è certamente troppo originale ma ha un buon colpo di scena nel finale, ben preparato sin dalle prime scene in cui compare la signora Clay (Ludmila Lvova), il cui doppiaggio ne anticipa la natura ambigua


L’aspetto più particolare è che Margheriti, pur avendo una spiccata vena horror (e in qualche scena si intuisce) opta per virare l’opera in un’ottica pop che davvero fatica a coesistere con il genere thriller della storia. Già la canzone Nightmare (cantata da Rose Brennan) ricorda la musichetta della colonna sonora del Batman della serie televisiva, che era certamente uno dei punti di riferimento visivo alla cultura pop degli anni sessanta. Tutta la prestazione recitativa di Sally Smith (Jill) è spumeggiante e frizzante, tipicamente pop, e la sua presenza è un aggancio anche alla serie cinematografica di James Bond, sia per l’uso delle radioline per spiare come procedono le indagini, sia perché pare che il padre della ragazza sia un agente segreto. I film con Sean Connery erano un altro rifermento alla cultura popolare tipicamente british degli anni sessanta e, se nella versione italiana di Nude… si muore il padre di Jill è l’Agente segreto 009, in quella americana è esplicitamente lo 007 dei film di James Bond. Anche la musica della colonna sonora, e non solo la citata Nightmare, ha numerosi passaggi allegri e spensierati il che rende, nel complesso l’insieme del film piuttosto eterogeneo, visto che in altri momenti l’atmosfera diventa più tesa. 

Valida, in questo, la presenza di Luciano Pigozzi, il ‘Peter Lorre italiano’, che nel film è il giardiniere; mentre di routine le prestazioni di Mark Damon e Michael Rennie. Tra le tante ragazze, da ricordare Eleonora Brown (Lucille), in un ruolo importante, mentre Malisa Longo (al suo esordio) e Silvia Dionisio rimangono più sfumate. E comunque nessuna di loro riesce a contendere la scena a Sally Smith, a cui mancheranno anche dieci centimetri buoni di altezza, ma sono pienamente compensati da bellezza, classe e spumeggiante verve.         




Eleonora Brown




Sylvia Dioniso


Sally Smith








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