566_DUELLO TRA LE ROCCE (Hell Bent for Leather), Stati Uniti 1960. Regia di George Sherman.
Ingredienti: un attore dal buon passato ora in fase un po’
calante; un’attrice in rampa di lancio (ma che tradirà in parte le attese); non
più di due dozzine abbondanti di interpreti in tutto (comparse comprese); scenari
all’aperto con migliaia di rocce (che hanno ispirato i distributori italiani);
qualche baracca in stile western per dar forma ai due paesi toccati dalla
storia; ottima pellicola in formato panoramico dai classici colori Eastmancolor; tema musicale altrettanto
classico, almeno per il genere; soggetto talmente esiguo da sembrare quasi
inesistente da cui una sceneggiatura essenziale e stringatissima. Da questi ridotti
elementi a disposizione lo chef
George Sherman ci ricava un piatto di sostanza non certo troppo sofisticato, ma
comunque nutriente e di gradevole sapore. Insomma, al di la della metafora
culinaria, si tratta di un film costruito con pochissimo e anche la storia
raccontata non è niente di che: un mercante di cavalli viene derubato da un assassino
e viene poi scambiato per l’assassino stesso. Questo è quanto. Al centro di
questo equivoco, il protagonista del film, Clay, interpretato da un Audrey
Murphy sempre molto composto per il genere, ma comunque ancora professionale. A suo
fianco una fulgida Felicia Farr nei panni di Janet, che qui dava l’idea di
essere in procinto di diventare una star; cosa che rimarrà, purtroppo, solo
ipotetica o comunque sporadica. Tra gli altri personaggi, spicca lo sceriffo
Deckett (Stephen McNally), un vero balordo, visto che pur sapendo che Clay non
è realmente l’uomo ricercato, se ne infischia, accettando di catturarlo
evitandosi la noia di inseguire il vero colpevole. Pur se in un ruolo di mera
comparsa, si distingue anche Robert Middleton nella parte di Ambrose, un bandito
ferito che, con i suoi due degni compari, incrocia casualmente la strada di
Clay e Janet, ma si dimostra un personaggio sfaccettato anche nei pochi minuti
a disposizione. Anche per via della eccessiva semplicità dell’intreccio, Duello tra le rocce non può certo ambire
ad essere un film particolarmente memorabile. Ma Sherman sapeva il fatto suo e,
nel complesso, il film dimostra come al genere western, con la sua
essenzialità degli elementi in gioco, bastava davvero poco per appassionare lo
spettatore. Un’ingiustizia, un personaggio onesto, una bella ragazza e almeno
un cattivo di spessore. Senza dimenticare paesaggi e commento musicale: il
western è cinema allo stato puro.
Felicia Farr
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