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sabato 7 settembre 2024

IRON BUTTERFLIES

1542_IRON BUTTERFLIES Ucraina, Germania 2023; Regia di Roamn Liubyi.

Il secondo lungometraggio di Roman Liubyi è un altro documentario di guerra, stavolta più curato nella forma rispetto allo scarno esordio di War note. Il titolo di questa nuova opera lascia già intendere una vena in qualche modo poetica: Iron butterflies, infatti, nonostante il mortale significato, riesce anche ad evocare una sorta di rispettoso pensiero alle moltissime vittime della vicenda al centro del documentario. Ad essere sotto l’obiettivo di Liubyi è l’abbattimento dell’aereo malese di linea MH17 per la cui responsabilità una sentenza del tribunale olandese, nel novembre 2022, ha condannato all’ergastolo due cittadini russi e un ucraino filorusso, oltre a stabilire il coinvolgimento della Federazione Russa stessa. Da un punto di vista cinematografico si era già occupato della faccenda il documentario Bellingcat di Hans Pool, che aveva mostrato come le immagini che smascheravano l’incursione del famigerato Buk-Telar russo in territorio ucraino fossero state recuperate dal Web in quei contenuti di libero accesso e varia natura. Giova forse ricordare che il Buk-Telar è il sistema missilistico mobile dal quale, secondo le ricostruzioni, era partito il missile responsabile dell’abbattimento dell’MH17. A toccare l’argomento del volo di linea malese, a livello cinematografico più alto, c’era stato poi Klondike, splendido film di Maryna Er Gorbach, che viene citato in una delle scene teatrali che infarciscono Iron butterflies. Queste evocative e simboliche sequenze confermano la volontà di Liubyi di fare un’opera anche poetica e non solo di denuncia. Con l’aiuto dei coreografi Bridget Fiske, inglese, e Anton Ovchinnikov, ucraino, quest’ultimo anche coinvolto direttamente come attore figurante, Liubyi ha allestito una serie di brani che stilizzano la sua interpretazione dei fatti, facendo proprie, peraltro, le conclusioni delle indagini del JIT. Il Join Investigation Team, è stata una squadra investigativa, istituita con lo scopo preciso di far luce su questi eventi, composta da membri di Australia, Belgio, Paesi Bassi, Ucraina e Malesia e si occupò delle indagini in ambito penale. I risultati del suo lavoro, il JIT li presentò nel 2016, mentre, come detto, è solo di fine 2022 la sentenza del tribunale olandese; Iron butterflies, non è, quindi, particolarmente tempestivo e interviene su una vicenda ormai abbastanza nota. 

Ma con moltissimi, davvero troppi, punti oscuri. Dice, infatti, a proposito del titolo, che significa «farfalle di ferro», il regista: “È il modo più succinto per descrivere esattamente ciò che ha ucciso 298 persone: schegge del razzo Buk, sotto forma di cubi e farfalle. La «farfalla di ferro» è l’elemento del razzo che colpisce il bersaglio. Questo nome mi è sembrato molto azzeccato perché è aggressivo e oscuro allo stesso tempo. Ma, allo stesso tempo, è poetico ed evoca l’aria, quindi mi è sempre sembrata una buona decisione”. [Natalia Serebriakova, Roman Liubyi, regista di Iron Butterflies, dal sito Cineuropa.org, pagina web http://cineuropa.org/en/interview/437486/ visitata l’ultima volta il 23 agosto 2024]. E, sempre secondo Liubyi, il suo non è in nessun caso un intervento in ritardo, visto che ci sarebbe una correlazione tra l’abbattimento del volo MH17 e l’escalation del conflitto voluta da Mosca. “Credo sia molto importante, tenendo presente questo caso, ribadire che la guerra non è iniziata nel 2022. È iniziata nel 2014. È importante capirlo e rendersi conto che è stato sprecato molto tempo. L’MH17 è, a mio parere, uno dei motivi per cui è iniziata un'invasione su vasta scala”. [Ibidem].
Iron butterflies è un documentario costituito da immagini non solo di origine reale ma anche di natura diversa, come detto ci sono anche scene di stampo teatrale, e poi pittoreschi filmati di repertorio dell’epoca sovietica, sebbene gli elementi più significativi siano forse presi dalle fonti contemporanee russe. Ci sono le intercettazioni compromettenti, che il Cremlino accuserà di essere artefatte, le foto dei militari di Mosca «in posa» tra i rottami dell’areo, o i commenti della popolazione del luogo, raccolti dai social network, in cui gli abitanti filorussi non nascondono la soddisfazione per la bella operazione militare. In effetti, in principio, si pensava che ad essere stato abbattuto fosse un aereo di approvvigionamento militare per le truppe di Kyiv. 

Non mancano, naturalmente, i notiziari e altre scene televisive ma le più interessanti sono riguardanti un esperimento, si dice unico al mondo, in cui una società nazionale russa del settore degli armamenti, la Almaz-Antey, provò a riprodurre la scena dell’impatto. Venne presa la cabina di pilotaggio di un aereo di linea e gli fu scoppiato un missile nelle vicinanze, grosso modo alla distanza in cui si suppone sia esploso il 9M38, che causò la tragedia, rispetto al velivolo. Alcuni risultati smentirono le conclusioni delle indagini internazionali, ad esempio la foggia dei buchi nella carlinga dell’aereo provocati dalle schegge. Per la verità, all’occhio di un profano, sembra evidente che non deve essere la stessa cosa replicare una situazione dove ci siano due mezzi –l’aereo e il razzo– che volano a velocità elevate, evidentemente non concordanti per verso e/o direzione, utilizzando un missile e una cabina immobili. Questo esperimento dimostra semmai qualcos’altro: fossimo in un tribunale, sarebbe la definitiva ammissione del Cremlino che ad abbattere l’MH17 sia stato un sistema missilistico Buk-Telar, quando Mosca aveva in precedenza dichiarato che la responsabilità fosse di un caccia ucraino. Ma, soprattutto, dimostra quanto al presidente Putin e ai suoi uomini, al di là delle dichiarazioni di facciata, dia fastidio il ruolo di criminale che la comunità internazionale gli stia cucendo addosso. In questo senso, Iron butterflies è un altro tasto dolente, magari piccolo ma pur sempre fastidioso, per il Cremlino e, va dato atto a Liubyi di essere tanto efficace quanto credibile. Naturalmente non siamo di fronte al Vangelo; sta infatti sempre alla sensibilità e all’onestà intellettuale di ciascuno tirare le proprie conclusioni. Ove questo sia possibile. 

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