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giovedì 6 maggio 2021

MAYERLING (1968)

810_MAYERLING Francia, Regno Unito, 1968;  Regia di Terence Young.

Quando si pensa a Terence Young inevitabilmente ci si ricorda i primi mitici film della serie di James Bond. Bei film, divertenti, certo, e che hanno avuto l’indiscutibile merito di creare un’icona cinematografica tra le più importanti di sempre, l’agente segreto 007. Un posto, seppure all’ombra del personaggio dei film e della figura di Sean Connery (il protagonista), nella Storia del Cinema Young se l’è quindi ritagliato in modo onorevole. Buon per lui perché a referto, nella sua pur rispettabile carriera di regista, va messo anche il mezzo pasticcio di Mayerling, film del 1968. Ora, non è che il film sia scandaloso o eccessivamente sciatto, per carità, ma quello che si profilava, vedendo gli ingredienti, era un’opera del calibro de Il Dottor Zivago (1965, per la regia, di David Lean, autore effettivamente di altra pasta) tanto per fare un comodo esempio. C’era un’epoca storica al suo apice, sia nel bene che nel male, e c’era una vicenda che arrivava all’assoluto, tanto in chiave romantica quanto in quella tragica. Il cast messo a disposizione dalla produzione anglofrancese per Mayerling era da far tremare i polsi: Omar Sharif (il citato Il Dottor Zivago ma presente anche in Lawrence d’Arabia, sempre di Lean) è l’Arciduca Rodolfo; una splendida Catherine Deneuve (già Bella di giorno in Bunuel e tanto altro) è la baronessa Maria Vetsera; la divina Ava Gardner, una delle ultime dive di Hollywood, è Elisabetta di Baviera, ovvero Sissi, la madre di Rodolfo; e poi James Mason è Francesco Giuseppe e James Robertson Justice è Edoardo Principe di Galles. Nessuno di loro lascerà però il segno; l’unica, a riuscire a bucare un minimo lo schermo è Geneviève Page, nel secondario ruolo della Contessa Larisch, che sprigiona verve e sensualità in ogni fotogramma che la vede sullo schermo. Non è questione né di bellezza né di capacità artistiche, perché la Deneuve e la Gardner, per restare alle attrici citate, non difettano in nulla di ciò. Anzi, per la verità la Deneuve interpreta bene la sua parte ma la regia non l’assiste in modo adeguato e allora i suoi sguardi romantici, i suoi passaggi sentimentali con Sharif, scivolano via senza incidere più di tanto. E dire che anche la musica, di Francis Lai, è quella dei filmoni memorabili, quelli che fanno inzuppare i fazzoletti nelle sale di tutto il mondo. 

La scelta di una messa in scena rarefatta non paga sostanzialmente perché a Young manca forse proprio questo tipo di registro. Diverso il caso di Ava Gardner che, pur se in splendida forma, sembra un po’ fuori posto: Ava non era attrice che si potesse relegare in un angolo e il suo fungere soltanto da comparsa di lusso non funziona, ancora una volta non per limiti dell’interprete. Il protagonista, Omar Sharif, si barcamena come può, facendo appello con professionalità al proprio mestiere. Ma se pensiamo che interpreta il ruolo di un erede al trono di uno degli imperi più gloriosi di sempre, che è al centro di un momento storico cruciale con le richieste ungheresi di assumere la guida del loro paese e che, nel frattempo, ha una storia d’amore con una donna bellissima ma che alla fine si macchia di omicidio dell’amata e di suicidio, beh francamente era lecito aspettarsi di più di una prestazione di routine. James Mason e James Robertson Justice gigioneggiano da par loro, in chiave diversa e opposta, evidentemente: Francesco Giuseppe è severo e impettito e il Principe di Galles pensa solo a divertirsi, ma sono poco più che figure bidimensionali, perché dire macchiette sarebbe poco rispettoso per il loro rango reale. Insomma, una delle tragedie della storia finita cinematograficamente nelle mani sbagliate. Rimane giusto qualche immagine, forse qualche scena, con la bellezza delle Deneuve e la musica di Lai a ben interpretare il tema. 






    Catherine Deneuve






Ava Gardner





Geneviéve Page


2 commenti:

  1. tempo fa avevo un vicino di casa, classe 1932... viveva in una piccola casetta in mezzo a un terreno sconfinato proprio a due passi da me, era separato dalla moglie già da un po' ma ogni volta che parlava di lei la paragonava a Ava Gardner :)... e lo diceva orgoglioso indicando una foto della moglie appesa alla parete, una foto da giovane dove in effetti si notava una forte somiglianza con l'attrice...
    era una gran brava persona :)))

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  2. E la moglie doveva essere una gran bella donna! Assomiliante ad Ava Gardner, 'mazza!

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