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domenica 30 maggio 2021

JOHNNY ORO

823_JOHNNY ORO Italia, 1966; Regia di Sergio Corbucci.

Spaghetti-western di ‘cassetta’ allo stato puro, Jhonny Oro di Sergio Corbucci è un film certamente divertente ma che si eleva ben poco oltre l’offerta di puro svago. I presupposti della storia sono labili e la messa in scena è tanto eccessiva da risultare posticcia; per esempio, il protagonista, Johnny Oro, appunto, ha una pistola interamente nel metallo pregiato di cui ha preso il nome. Insomma, un tizio che va in giro nel selvaggio west con una pistola d’oro zecchino sembra quasi una barzelletta, ma tant’è. Il contributo di Sergio Corbucci al western all’italiana è certamente riconosciuto per altre opere (viene subito in mente Django), mentre questo Johnny Oro, il cui protagonista è interpretato da Mark Damon, non aggiunge molto. Le idee, per quanto bizzarre (perlomeno quella della pistola) non sono poi molte e il lungometraggio prevede duelli e infinite sparatorie per rimpolpare una storia un pochetto povera.
La vena ironica all’interno del genere, già esplorata in modo più efficace da altri (ad esempio i due film con Ringo di Duccio Tessari interpretati da Giuliano Gemma), è qui tenuta maggiormente sotto controllo, bilanciata dal look completamente in nero del protagonista, che prova a rendere carismatico il protagonista con una tipica mise da bounty killer. Uno stratagemma che sembra preso di peso dai fumetti popolari italiani, che possono considerarsi i parenti più prossimi di questo film, a tratti gradevole ma in altri perfino quasi imbarazzante. Ad esempio quando attaccano con la canzone che presenta il protagonista, musicalmente anche gradevole, ma con testi da gita parrocchiale. La colonna sonora, per la verità, opera di Carlo Savina, non è affatto male nel suo complesso, sebbene non sia certo niente di particolarmente originale. Tuttavia svolge il suo ruolo evocativo con indubbia efficacia e ha anche il merito di introdurre una delle note più liete del lungometraggio. Quando Johnny entra nel saloon, nella fase iniziale del film, c'è Margie (la bella Valeria Fabrizi) che sta cantando una tipica melodia romantica resa, dalla brava interprete, uno dei momenti più intensi della pellicola. 




Valeria Fabrizi


Giulia Rubini

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