822_I DUE VOLTI DELLA VENDETTA (One-Eyed Jacks). Stati Uniti, 1961; Regia di Marlon Brando.
Marlon Brando è un attore naturale e non un regista,
nonostante per questo suo sentito film, I due volti della vendetta, si cimenti anche dietro alla macchina
da presa. Questo traspare in maniera evidente dalla pellicola: non solo è palese
l’inesperienza, essendo la sua prima (e unica) regia, ma si avverte, da parte
di Brando, anche una certa indisposizione
ad assumere un ruolo particolare come quello della direzione di un film. Non per questo il lungometraggio risulti poi
brutto, tutt’altro. I due volti della
vendetta è un film atipico, di cui si possono apprezzare alcuni passaggi in
cui l’autore rinuncia alla tentazione di dare spiegazioni superflue: ad esempio
quando Rio (lo stesso Brando, nel film) prende due pallottole, una in ciascuna
mano, per decidere chi andrà a cercare aiuto. La scelta di Dad (il solito, grande, ambiguo, Karl Malden) è quindi ininfluente, visto che in ogni caso troverà una
pallottola; Rio quindi salva l’amico senza fargli capire che il suo sacrificio
è volontario, mascherandolo dalla scelta del caso. E’ una bella scena,
discreta, e da lì partirà poi il tradimento dell’amico Dad di cui in seguito
Rio cercherà (e alla fine troverà) vendetta. Ma la strada per arrivarci non è
affatto lineare, scontata o comunque sulla falsariga delle classiche storie
western. No, Brando sembra proseguire un po’ a braccio, ma poi non è nemmeno
detto perché quella a cui assistiamo è una versione pesantemente monca dell’opera
pensata dall’artista. Nonostante il film sia infatti della ragguardevole
lunghezza di 141 minuti, pare che in origine la pellicola avesse una lunghezza
di quasi 5 ore! Difficile quindi farsi un’opinione degli intenti dell’autore,
visto che quello che è rimasto sullo schermo è metà di quanto previsto. In ogni
caso l’attore si prende il centro della scena, recita la parte del bandito
affascinante, sornione e forse, nel computo delle complessive cinque ore, anche
le scene sentimentali con la figliastra del rivale, sarebbero state più
armoniose con lo sviluppo della trama. Il risultato attuale le vede un po’
forzate, sebbene potrebbe anche essere una scelta per rendere più fiammeggiante
il tono melodrammatico. L’opera ha comunque un suo fascino, anche per merito
della presenza scenica di Brando, ben spalleggiato dal solido Malden e dal
resto del valido cast (Ben Johnson, Katy Jurado).
Katy Jurado
Pina Pellicer
5 ore?... in stile Bollywood, insomma :-)
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