578_MARY A MEZZANOTTE (Midnight Mary); Stati Uniti, 1933. Regia di William A. Wellman.
Un noir con venature melodrammatiche che si avvale ancora
delle libertà pre-codice Hays mettendo al centro della scena una ragazza che
passa buona parte della pellicola sulla cattiva strada: questo per inquadrare,
per sommi capi, Mary a mezzanotte,
per la regia di William A. Wellman. Mary, la ragazza in questione, ha le
sembianze, assai apprezzabili, di Loretta Young; l’attrice sfodera una
prestazione di tutto rispetto, spalancando gli occhioni con maestria, sebbene
siano le notevolissime gambe a riscuotere il maggiore successo nello sviluppo
della trama. E dire che non le scopre praticamente mai: le basta una gonna
appena sotto alle ginocchia per ottenere effetti sorprendenti, come con
l’anziano collega d’ufficio che perde la trebisonda guardandola mentre le accavalla
in modo discreto, eppure intrigante. Una scena spiazzante, a suo modo, per la
sua sconvenienza: l’attempato signore
si copre certo di ridicolo ma, in un certo senso, la sua è una dichiarazione,
per quanto sui generis, tra le più oneste che si siano viste al cinema. E’
facile che siano moltissimi gli uomini anziani che si innamorano di donne molto
più giovani: in genere, al cinema, l’uomo in questi casi assume un
atteggiamento paterno, ma nella realtà non saranno pochi a condividere la
passione di questo anonimo impiegato del film di Wellman. Passione, come quella
per le gambe della Young, a quei tempi ai vertici e già celebrata dai
precedenti Ridi Pagliaccio (1928,
regia di Herbert Brenon) e Loose ankles
(1930, di Ted Wilde).
Mary a mezzanotte
fila via piacevole, scorrendo insieme alle varie annate sui dorsi dei registri
della sala d’aspetto per gli imputati in attesa di sentenza: un espediente originale,
che rafforza la parentela col dramma sentimentale che questo film di gangster vede
continuamente affiorare anche da dettagli come questo, abitualmente tipici del
melodramma. Per non parlare del finale, dove i due protagonisti del lieto fine,
Mary e l’amato Mr. Mannering Jr (Franchot Tone) fanno gara a chi si sacrifica
di più per l’altro. Però il film non è affatto un drammone dal sentimentalismo
esasperato: ci sono i gangster come Leo (Ricardo Cortez), le pupe come Mary o Bunny (Una Merkel), i tipi
comici come Samuel (Andy Devine) o Angelo (Warren Hymen), e le sparatorie, gli
inseguimenti, insomma Wellman non sta certo con le mani in mano e organizza un
film denso di avvenimenti che di sicuro non annoia e, altrettanto di sicuro, è
confezionato a dovere in tutti i suoi aspetti. Benissimo la Young.
Loretta Young
Uma Merkel
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