589_IL CACCIATORE DI INDIANI (The Indian Fighter); Stati Uniti, 1955. Regia di André De Toth.
Nella valutazione del film Il cacciatore di indiani, viene la tentazione di ripetere l’errore commesso dal suo personaggio
protagonista Johnny Hawks (uno smagliante Kirk Douglas), ovvero lasciare andare
per un po’ il corso delle cose per dedicarsi a Elsa Martinelli. L’attrice
italiana interpreta Onahti, la figlia del gran capo Sioux Nuvola Rossa; l’attrice
è una ragazza con un’eleganza davvero fuori dal comune che rivela i trascorsi
come indossatrice. Il western del regista André de Toth segna il suo esordio a
Hollywood e, pur essendo una produzione minore, il suo passaggio sullo schermo
non rimarrà inosservato. Naturalmente non si tratta di una interpretazione di
grande cabotaggio drammatico: la
Martinelli si limita a farsi corteggiare, cosa che le sarà
anche naturale e in ogni caso fa con grande fascino. Per il resto niente di
particolare da segnalare: un buon western girato in un sontuoso Cinemascope
negli splendidi paesaggi dell’Oregon. Buona la rappresentazione dei Sioux, che
vengono mostrati nella loro lealtà alla parola data e anche visivamente nelle
loro caratteristiche e pittoresche acconciature. Nel cast anche Walter Matthau,
fresco di esordio in quel Il kentuckiano
dove aveva ben impressionato nella parte del cattivo di turno; ruolo che ben
gli si addice e che ricopre anche in questo Il
cacciatore di indiani. L’unico neo che si può additare a questa pellicola è
la scarsa ambizione: Kirk Douglas in gran forma, la prima hollywoodiana della
Martinelli, la conferma di un caratterista come Matthau, l’ottimo impianto
tecnico, l’ambientazione maestosa, la regia all’altezza, eppure tutte queste
aspettative si esauriscono in un film certamente godibile ma non molto di più.
Elsa Martinelli
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