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giovedì 25 giugno 2020

IL CACCIATORE DI INDIANI

589_IL CACCIATORE DI INDIANI (The Indian Fighter); Stati Uniti, 1955. Regia di André De Toth.

Nella valutazione del film Il cacciatore di indiani, viene la tentazione di ripetere l’errore commesso dal suo personaggio protagonista Johnny Hawks (uno smagliante Kirk Douglas), ovvero lasciare andare per un po’ il corso delle cose per dedicarsi a Elsa Martinelli. L’attrice italiana interpreta Onahti, la figlia del gran capo Sioux Nuvola Rossa; l’attrice è una ragazza con un’eleganza davvero fuori dal comune che rivela i trascorsi come indossatrice. Il western del regista André de Toth segna il suo esordio a Hollywood e, pur essendo una produzione minore, il suo passaggio sullo schermo non rimarrà inosservato. Naturalmente non si tratta di una interpretazione di grande cabotaggio drammatico: la Martinelli si limita a farsi corteggiare, cosa che le sarà anche naturale e in ogni caso fa con grande fascino. Per il resto niente di particolare da segnalare: un buon western girato in un sontuoso Cinemascope negli splendidi paesaggi dell’Oregon. Buona la rappresentazione dei Sioux, che vengono mostrati nella loro lealtà alla parola data e anche visivamente nelle loro caratteristiche e pittoresche acconciature. Nel cast anche Walter Matthau, fresco di esordio in quel Il kentuckiano dove aveva ben impressionato nella parte del cattivo di turno; ruolo che ben gli si addice e che ricopre anche in questo Il cacciatore di indiani. L’unico neo che si può additare a questa pellicola è la scarsa ambizione: Kirk Douglas in gran forma, la prima hollywoodiana della Martinelli, la conferma di un caratterista come Matthau, l’ottimo impianto tecnico, l’ambientazione maestosa, la regia all’altezza, eppure tutte queste aspettative si esauriscono in un film certamente godibile ma non molto di più.    






Elsa Martinelli









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