382_VIAGGIO NELLA LUNA (Le voyage dans la Lune). Francia 1902. Regia di Georges Méliès.
Cinquant’anni fa l’uomo mise piede sulla Luna; era
il 20 luglio 1969. Una missione, quella di Neil Armstrong e dei suoi compagni
di equipaggio dell’Apollo 11, fantastica. Per trovare qualcosa di analogo, al
cinema, qualcosa che provi a smentire il famoso detto a volte la realtà supera la fantasia, dobbiamo andare indietro fino
alle origini della settima arte. Era
il 1902 e, vicino a Parigi, venne girato Viaggio
nella Luna, da quel geniaccio di George Méliès. Il film è ispirato da opere
di autentici maestri della fantascienza, quali Julies Verne e H.G. Wells: nello
specifico, rispettivamente i romanzi Dalla
Terra alla Luna e I primi uomini
sulla Luna. Ma è soprattutto il talento istrionico di Méliès a rendere Viaggio nella Luna un capolavoro: la sua
inventiva, la sua conoscenza dei trucchi teatrali da combinare magistralmente
con le possibilità della nuova arte cinematografica, permise all’autore
francese un risultato notevole. Il film è composto da 17 quadri, ma non si tratta di una statica rappresentazione. A parte i
trucchi teatrali, con le scenografie che possono essere spostate durante la
ripresa, al sesto quadro, quello giustamente più famoso, Méliès impiega alcuni
artifizi prettamente cinematografici. Già la scena è introdotta da una dissolvenza
tra le immagini, che a teatro non si poteva certo vedere, ma è poi con il montaggio che l’autore trasforma la Luna dipinta, che
avvicinandosi si ingrandisce sempre più, nel famoso volto lunare; nell’occhio del quale finisce poi la navicella dei
nostri bizzarri astronomi (impiegati in quel viaggio in luogo dei moderni
astronauti).
Perché il tono della storia, se non si era capito, è
divertito, essendo Viaggio nella Luna
una sorta di farsa cinematografica. Méliès, che già conosceva le dinamiche
teatrali, sapeva che, per vincere la diffidenza dello spettatore scettico, bastava
metterla sul ridere; a quel punto,
convinto anche il pubblico meno incline alle storie fantastiche, poteva poi dar
sfoggio alla sua grande fantasia. Viaggio
nella Luna fu infatti un successo mondiale, considerato il primo film a
conoscere un’accoglienza su scala planetaria. Oltre alla perfetta commistione
tra impostazione teatrale, (la scansione a quadri rimanda alle scenografie del
palco), e innovazioni tecniche di natura cinematografica, la storia raccontata
ha una sua armonia, cosa non così scontata al cinema dell’epoca, e vanta alcuni
passaggi clamorosamente belli. Ad esempio, oltre alla Luna colpita nell’occhio,
la grotta coi funghi o lo scontro con i Seleniti, presi a colpi di fatali
ombrellate dai nostri pioneristici rappresentanti.
Insomma, un film bellissimo per una storia fantastica; come quella di
Neil Armstrong.
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