106_TOP GUN Stati Uniti 1986; Regia di Tony Scott.
La quintessenza
dell’ideologia mainstream anni 80
in un film: per definire Top
Gun di Tony Scott basterebbero queste dieci parole. Volendo, si
possono facilmente trovare le conferme a questa affermazione, analizzando un
minimo di più l’opera (ma non è il caso di usare il termine approfondire vista
la superficialità dell’operazione di Scott). E’ evidente che il nemico che
viene tirato in ballo nel film siano i russi; sebbene la cosa non venga
chiarita, è del tutto scontata. Ma proprio evitare di riferirsi all’avversario è un modo di porsi di fronte ad esso con un atteggiamento di totale chiusura. In questa maniera
si rifiuta ogni tipo di contatto e, in effetti, quando avviene per la
prima volta un incontro tra caccia nemici, avviene con gli aerei uno rovesciato rispetto all’altro. Viene cioè resa anche visivamente palese la totale differenza tra le parti
in causa e l’impossibilità di intendersi. Ci sono anche altre differenze: ad
esempio, mentre i piloti americani hanno il volto visibile, in modo che si
possa capire chi è alla guida, i russi hanno un casco integrale che li rende
irriconoscibili, anonimi, disumanizzati. Nel film viene anche mostrata una
battaglia aerea, che nella realtà avrebbe facilmente fatto debordare la Guerra Fredda in
guerra vera e propria: un banalissimo pretesto narrativo permette invece che i
russi si lecchino le ferite e se ne vadano con la coda tra le gambe. Situazione
forse poco credibile, ma non è certo la credibilità il piatto forte dell’opera.
Oltre alla ricerca di un nemico oscuro da combattere senza nemmeno provare a
conoscerlo, magari per coglierne i punti deboli, nel film viene esaltato un
altro dei paradigmi reganiani tipicamente anni 80: la
competitività interna.
Tra
i Top Gun è gara aperta per vincere il premio di migliore del
corso, il secondo è solo uno dei tanti perdenti. Il migliore è ovviamente Pete
Mitchell (Tom Cruise), detto Maverick, termine che i cowboys davano
ai capi di bestiame ancora senza marchio, partoriti in semilibertà e quindi un
po’ selvatici. Il tipico americano forte come natura crea, ma poco incline ad
assoggettarsi alla disciplina. Il suo rivale numero uno è Tom Kazinsky (Val
Kilmer) detto Iceman; si può notare come i due temi del film si
sovrappongano per rafforzarsi. Nella lotta per il primato, al tipico esuberante
cowboy è opposto il freddo uomo ghiaccio, biondo, occhi chiari e
con il nome tipicamente di origine esteuropea: la sfida USA vs URSS è
richiamata anche nella competitività interna. Se detti
così, questi possano anche sembrano buoni spunti, il problema è che in sostanza
rimangono semplicemente tali. E se il fratello Ridley è accusato di fare film
che a volte sembrano spot pubblicitari, vedendo questo Top Gun si
potrà ben pensare che Tony Scott faccia, al contrario, spot talmente lunghi che
possano erroneamente essere scambiati per film.
Meg Ryan
Kelly McGillis
Nessun commento:
Posta un commento