1684_LA SPIA DEI LANCIERI (Lancer spy), Stati Uniti 1937. Regia di Gregory Ratoff
Basato su un soggetto non propriamente credibile, La spia dei lancieri di Gregory Ratoff è un
curioso film che fa di una certa leggerezza la sua carta vincente seppur
la trama dovrebbe, visto i presupposti, vertere su ben altro tenore. In effetti
il protagonista, che è stato ficcato in una situazione di grandissimo pericolo
e sua moglie addirittura si crede già vedova, sostanzialmente se la spassa
con una sventola del calibro di Dolores del Rio, vera star della pellicola. Eppure,
forse proprio in questa discrepanza, in questo volar basso dal punto di
vista della tensione della messa in scena rispetto ai presupposti, c’è
l’alchimia che permette al film di funzionare. Ma andiamo con ordine: la nota
meno plausibile del racconto, e che ne mina la credibilità sin dalle
fondamenta, è che gli inglesi catturino un ufficiale tedesco che è il sosia
sputato di un loro tenente. Siamo nella Prima Guerra Mondiale, il barone
von Rohback (George Sanders), una volta catturato, viene studiato di nascosto
dal tenente Bruce (ovviamente lo stesso Sanders) che ne prenderà il posto
inscenando una fuga per intrufolarsi nel quartier generale tedesco in qualità
di spia. Per evitare fuoriuscite di notizie bisogna però far sparire il tenente
inglese e si pensa di diffondere la notizia della sua morte, addirittura
pubblicandone una sorta di necrologio sui giornali. Se la cosa può sembrare
anche plausibile, è in realtà un altro passo falso del soggetto (oltre che
degli inglesi) perché fornisce ai tedeschi l’informazione che tra gli ufficiali
nemici c’è un sosia di von Rohback. Il passaggio è poi sfruttato,
effettivamente, dall’ufficio della polizia segreta tedesca, in cui troviamo
anche Peter Lorre nei panni del maggiore Gruning, ma sembra comunque un errore
dilettantesco che agenti del controspionaggio non dovrebbero commettere.
Insomma, si capisce ben presto che non sarà la credibilità della storia il
punto di forza di questo La spia dei lancieri. Se Sanders prova a
sfruttare la sua duttilità per cavalcare una vicenda che ondeggia tra due
differenti generi, un po’ commedia un po’ storia di spionaggio di guerra,
presto entra in scena il vero motivo di interesse della pellicola, Dolores del
Rio. La star messicana è anch’essa un po’ fuori fuoco, nell’interpretazione di
una ballerina ungherese, e per la verità il soggetto non le mette a
disposizione scene di particolare rilevanza; comunque una manciata di costumi
memorabili vengono messi a referto. E poco più, purtroppo; la traccia romantica
che prevedibilmente si sviluppa, infatti, non ha concreti sbocchi essendo il
tenente Bruce felicemente sposato con Joan (Virginia Field) da cui ha una
figlioletta, e anche questa sembra una scelta poco avveduta dagli autori del
soggetto. Tuttavia pur in un canovaccio tanto mal imbastito, il film funziona e
ha anche qualche spunto degno di particolare interesse. Siamo nel 1937, il
clima è già piuttosto plumbeo e probabilmente i venti di guerra stanno già
spirando, il film è una produzione americana eppure i tedeschi non sono dipinti
in modo particolarmente fosco, anzi. Se il tenente colonnello Hollen (Sig
Rumann) è il solito bieco ufficiale teutonico visto in tanti film americani, il
principe Schwarzwald (Joseph Schildkraut) è una divertente macchietta e il
generale von Meinhardi (Maurice Moscovich) addirittura un uomo di buon senso. I
dialoghi della sceneggiatura gli riservano una battuta che, visto che siamo già
nel 1937, non si può forse definire profetica ma insomma… “il militarismo
non può generare che altro militarismo e una guerra non può condurre che ad
un'altra guerra” (!). Un altro
passaggio non banale è la sferzata di Joan, la moglie del tenente Bruce, quando
scopre di essere stata ingannata e di aver pianto alla notizia della morte del
marito che ora scopre essere falsa. Alla dura reprimenda che le rifila in
aggiunta il colonnello Fenwick (Lionel Atwill) pur con la voce tremante
risponde lapidaria: “è tutt’altro che facile essere patriota e donna nello
stesso tempo”.
Parole sante e che valgono anche per gli uomini.
Dolores del Rio
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