1522_WONDER WOMAN . Stati Uniti 2017; Regia di Patty Jenkins.
C’è un tedesco, un inglese e un americano… ricordate le
famose barzellette che cominciavano in questo modo? Ecco, per comprendere,
almeno in parte, questo Wonder Woman della regista Patty Jenkins,
possiamo partire da lì, in modo certo imprevedibile visto che sia protagonista
che regista sono in realtà due donne. Ma va bene uguale; l’ambientazione è
Questo passaggio può essere equivocato: si può infatti pensare che Steve Trevor rubi la scena a Diana, con un sacrificio tanto importante. E per chi volesse vedere in questo film una rivendicazione femminista, suonerebbe un po’ come una beffa: sul più bello, il campione americano rivendica la superiorità eroica maschile sul gentil sesso. Questo però è un modo maschile di vedere le cose, con l’idea che l’eroe sia leader anche nel sacrificio; la donna, sembra dirci la regista Jenkins, ha invece un’idea di comprensione anche nella forma eroica, per cui Wonder Woman trionfa anche grazie al sacrificio di Trevor ma non ne viene sminuita. E Diana, nel finale del film, lo dice esplicitamente all’americano: “hai vinto”, dice lui; “abbiamo vinto”, risponde lei.
E anche dal punto di vista visivo, unite ai classici effetti speciali roboanti, il film presenta delle peculiarità specifiche: le scene degli dei, che ricordano i grandi affreschi della nostra cultura artistica, oppure i combattimenti di Diana simili a balletti con sfoggio di forza e agilità mai disgiunte da una notevole dose di grazia e bellezza.
Ora, a parte questi aspetti, il film potrà anche sembrare banale; va bè, è un film di super-eroi, mica un Kieslowski. Però, al di là della risposta scontata (ma tant’è, sacrosanta) ossia quello che conta è solo l’amore, questo Wonder Woman ci mostra un modo diverso di essere Eroe, un modo femminile (sì anche testardo, irragionevole, ecc. ecc.) e per questo molto interessante. E’ come se Diana risplendesse sui compagni di ventura, che per lei provano ammirazione, attrazione, mai invidia.
Questa è la vera grande lezione che possiamo imparare da questo film: la superiorità di Diana non è mai un disonore per gli altri.
E sappiamo (o quantomeno speriamolo) che in ogni donna c’è un po’ di Wonder Woman;
quindi regoliamoci.
Gal Gadot
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