1512_PER IL RE E PER LA PATRIA (King and Country). Regno Unito 1964; Regia di Joseph Losey.
Considerato un caposaldo del cinema antimilitarista, Per il Re e pel la Patria di Jospeh Losey
è un film nel complesso interessante tratto dall’opera teatrale Hamp di John Wilson. Da un punto di
vista tecnico la qualità della regia di Losey è indiscutibile; alcune sue
scelte sono audaci, altre spiazzanti, sebbene nel suo insieme l’opera conservi
una struttura di derivazione teatrale abbastanza tradizionale. L’ambientazione
chiusa, tipica delle pièce teatrale,
è qui ben incarnata dalla trincea, con le varie strutture, la prigione, il
comando, la camerata, contenute dalle fortificazioni improvvisate immerse nel
fango e inondate dall’acqua. In uno scenario già claustrofobico di suo,
l’effetto opprimente è aggravato dalla costante pioggia e dal borbottio dei cannoneggiamenti
che preannunciano l’imminente battaglia
di Passchendaele, altrimenti nota come la terza battaglia di Ypres. Il riferimento storico non è gratuito
perché serve a collocare temporalmente gli eventi nel luglio del 1917, ovvero
dopo tre anni di guerra ininterrotta: un dettaglio che servirà ad argomentare
la sua tesi al capitano Hargreaves (un intenso Dick Bogarde). L’ufficiale
dell’esercito inglese è chiamato infatti a fungere da sorta di avvocato
difensore per il soldato Hamp (Tom Courtenay), accusato di diserzione. Il
militare era stato pescato mentre se
ne andava a piedi verso i porti di imbarco, non proprio vicinissimi alla prima
linea, in verità; stava tentando, almeno stando alle sue parole, di tornare in
Inghilterra. La storia assemblata dal racconto originale di James L. Hodson e
condivisa da Wilson e Losey mette quindi in preventivo due attenuanti ad
un’eventuale accusa di diserzione ai danni di Hamp: i tre lunghi anni di guerra
all’attivo del militare senza note disciplinari negative e un suo stato
mentale, al momento dell’arresto, non precisamente lucido. Il soldato stava andando
a piedi in Inghilterra dal Belgio, considerando anche le sue condizioni fisiche
prostrate da tre anni di vita in trincea: non esattamente un’idea plausibile ad
una persona sana di mente.
A questa base che non depone, in effetti, a favore
di una sua condizione mentale ottimale, si aggiungono una serie di elementi che
emergono dai colloqui tra lo stesso Hamp e il capitano Hargreaves, come detto suo
difensore designato per il processo davanti alla corte marziale. Hamp si
dimostra una persona semplice, un ragazzo che ha smesso gli studi a 12 anni, la
cui moglie pare lo tradisca e che, nella sua ingenuità, si era offerto
volontario per arruolarsi. Al culmine di queste vicissitudini l’esplosione di
una granata aveva colpito un suo concittadino e ora commilitone, che era
rimasto praticamente disintegrato dallo scoppio a pochi passi da lui. I resti
del corpo del suo compagno d’armi se li era trovati addosso. Quando poi era
scivolato e stava sprofondando in un cratere da esplosione, finendo quasi
intrappolato dal fango, si era talmente spaventato da cercare di scappare via,
via lontano dai cannoni, dalle loro esplosioni e dal loro incessante rumore. In
un normale processo le attenuanti per il povero soldato Hamp c’erano tutte.
L’errore di Hargraves, ma anche di Losey, volendo vedere, è considerare la Corte Marziale un tribunale
comune. Se il capitano è giustificabile perché non aveva alternativa, diverso è
il caso del regista e, forse, dell’intero Free
Cinema, la corrente cinematografica inglese del periodo di cui Per il Re e pel la Patria fa parte. Il
punto che fa capitolare il capitano difensore è che, per quanto il suo discorso
sia ampiamente condivisibile, lo è in assoluto ma non davanti ad una Corte Marziale. Il tribunale militare di
guerra sottostà, infatti, alle regole belliche che, essendo già inaccettabili
dal punto di vista umano (si tratta di leggi che permettono di uccidere anzi,
praticamente spronano a farlo) possono tranquillamente ignorare le abituali
logiche di pensiero della vita civile.
E’ un esercizio sterile cercare di dimostrare che Hamp non fu un vigliacco:
probabilmente il soldato lo fu, e più che comprensibilmente anche. Ma per una Corte Marziale dell’epoca, (anche del
tempo dell’uscita del film e forse perfino di oggi), erano distinzioni
pericolose da accettare: facile che in breve tempo i casi di shell shock veri o presunti si sarebbero
moltiplicati. Come detto, è forse qui che risiede il limite del film di Losey e
anche una delle note distintive del Free
Cinema: la critica al sistema è fatta accettando di giocare con le regole
del sistema stesso e, a conti fatti, non vi è possibilità di sovvertire il
pronostico. Il capitano Hargreaves pretende di fare l’avvocato come si trovasse
in un processo ma è di fronte ad una Corte
Marziale. In questo senso sia lui che Losey dimostrano un’ingenuità
disarmante. Porre come condizione di base che il colonnello (Peter Copley) e
gli altri della corte abbiano anche solo una vaga intenzione di prendere
seriamente in esame il comportamento di Hamp significa porre la questione in
termini inesatti. Un disertore in tempo di guerra, anzi al fronte, è praticamente
matematico che venga passato per le armi. E chiunque lasci il suo posto
allontanandosi volontariamente dalla prima linea è inevitabilmente un
disertore. Nella logica bellica queste considerazioni non sono argomentabili.
Ed è proprio per questa sua incapacità di comprendere la complessità delle
situazioni e della realtà, che la logica bellica va rigettata in toto. A
prescindere. Non si può mettersi a discuterne, perché non esiste ipotesi di
discussione. Losey ritiene, invece, di poter fare una critica costruttiva,
mostrando quanto la Corte Marziale sia stata
poco sensibile. Ma la sua è un’operazione ininfluente. Purtroppo, e va detto
con grande rammarico, la metafora dei soldati che scimmiottano il processo
mettendo sotto accusa un ratto si ritorce contro lo stesso regista. Certo, i
giovani militari stanno prendendo di mira la corte marziale che condanna Hamp,
con la loro la farsa ai danni del roditore. Peccato che il loro ludico operato finisca
per ricordare anche Losey che gioca
ai processi militari con il suo Per il Re
e per la Patria.
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