875_TUTTO IN ORDINE (Helpmates). Stati Uniti, 1932; Regia di James Parrott.
Negli anni Trenta Stan Laurel e Oliver Hardy erano già all’apice
del successo: ormai la dimensione della breve comica era ritenuta un limite e
la coppia cominciava ad avere a disposizione lungometraggi messi in cantiere
proprio per sfruttare al meglio le loro qualità. Muraglie e I due legionari
sono del 1931, Il compagno B del 1932; opere annoverate tra le migliori del duo in assoluto. Eppure il cortometraggio permetteva ancora ai nostri
eroi di esprimersi altrettanto al meglio. Del resto, la storia, il
canovaccio, era sempre un mero pretesto per vedere Stanlio e Ollio all’opera in
qualcosa che, inevitabilmente, non erano minimamente in grado di fare. Tutto
in ordine è una loro tipica comica che rivela sin dai credits le garanzie
sulla funzionalità dei meccanismi narrativi: prodotta dal formidabile Hal
Roach, storico agente del duo, sceneggiata dall’affidabile H. M. Walker e
diretta dall’altrettanto affidabile James Parrott, una coppia di autori già avvezza a gestire Laurel & Hardy sullo schermo. E Helpmates, questo il
titolo originale, è il classico cortometraggio nel quale succede quello che
Stanlio e Ollio fanno abitualmente: ovvero demolire una costruzione. Qui il pretesto è
il ritorno a casa della moglie di Ollio, dopo che questi ha ospitato un party
nella propria abitazione, che ora si trova in condizioni pietose. Per evitare i
problemi con la consorte (che è davvero un tipaccio) Ollio chiede all’amico
Stanlio di aiutarlo a rassettare un po’ l’appartamento. A parte la follia della
richiesta (almeno conoscendo Stanlio), senza la quale non avremmo però il
cortometraggio, va detto che nello spazio esiguo e nel poco tempo, il duo dà
sfoggio del proprio campionario comico sia fisico che dialettico. La comicità
procede per accumulo e se le prime gags possono far sorridere, ora della fine è
davvero difficile non scompisciarsi sonoramente.
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