536_LE AVVENTURE DI MARY READ ; Italia, Francia 1961. Regia di Umberto Lenzi.
L’esordio italiano di Umberto Lenzi dietro la macchina da
presa è un titolo, a suo modo, emblematico. Si tratta di un film di cappa e
spada, Le avventure di Mary Read,
ambientato alla fine del XVII secolo tra l’Inghilterra, l’Atlantico e le Colonie
in terra americana. In effetti gran parte della storia è di ambientazione piratesca, genere a cui, volendo, è
possibile ascrivere l’opera. Il film, in ogni caso, è divertente, ed è
strutturato come un romanzo d’appendice, con una serie di colpi di scena e
cambi di situazione che incalzano la narrazione. Si comincia con la nostra
protagonista, la brigante Mary Read appunto (Lisa Gastoni), al lavoro, in compagnia del nonno (Agostino
Salvetti), ad una rapina di una diligenza. Il tono è scanzonato e leggero, con
un po’ di pepe rosa visto la presenza della Gastoni che oltre che attrice è
anche una fotomodella e quindi ha una presenza scenica che non passa
inosservata. La rapina finisce male e Mary, che si era camuffata da uomo,
si ritrova in carcere. Qui incontra Peter Goodwin (Jerome Courtland), nobile
finito temporaneamente in gattabuia perché, per scherzo, si era travestito da
bandito. La commedia degli equivoci che ne scaturisce, che in altri contesti
potrebbe reggere un intero film, qua basta per un quarto d’ora di veloce
narrazione. Goodwin viene rilasciato, Mary riesce a scappare, ma ormai si amano
e sono destinati al lieto fine dopo un’altra serie di rocambolesche vicissitudini.
Durante le quali Mary si imbarca sulla nave corsara di capitan Poof (Walter
Barnes) e, dopo l’estrema dipartita di questi, assume il comando
dell’imbarcazione lasciando la corsa a
favore della più redditizia pirateria.
La ragazza è tosta e ama il rischio, senza batter ciglio mette la ciurma al suo
posto, del resto lo aveva già fatto con Peter e perfino con capitan Poof. La
storia, pur se non approfondisce mai i suoi passaggi, corre veloce ed è
piacevole. L’ambientazione è credibile quanto basta e soprattutto le scene di
battaglia navale sono affascinanti ed evocative. Nel 1961, mettere al centro di
un simile contesto una donna, che si issa a capo di una nave pirata, era
oltretutto un’idea stuzzicante. Eppure Le
avventure di Mary Read è giusto un onesto film in costume, ma non memorabile. Non è che si dovesse fare chissà che
cosa, ma un risultato simile ad Angelica
(di Bernard Borderie, 1964), almeno in termini di notorietà, si sarebbe potuto
raggiungere senza problemi.
Lisa Gastoni
Basti pensare che Sergio Sollima, negli anni 70,
dalle vicende salgariane di carattere
piratesco riuscirà a cavare produzioni di ottima fattura come il Sandokan televisivo o Il Corsaro Nero. Insomma, c’è Lenzi, un
giovane regista bravo, che sa raccontare, forse ancora un po’ acerbo ma
comunque di solida capacità narrativa; c’è la bionda protagonista; c’è un
genere di ambientazione storica che dovrebbe essere la manna per il nostro
cinema; c’è una vicenda appassionante e mantenuta divertente dalle battute di
nonno Mangiatrippa, e c’è anche l’eroe aitante, Peter, a far da seconda spalla
all’eroina. Tra le cause del risultato modesto c'è forse il fatto che Lisa Gastoni,
seppur indiscutibilmente bella, non ha il carisma necessario per reggere un ruolo
di questo tipo, dove più che le capacità recitative conta la naturale dote di bucare lo schermo. Peccato; il genere di cappa
e spada italiano degli anni sessanta avrebbe avuto bisogno di qualche
titolo di forte impatto, per decollare, e questa era davvero una valida
occasione. Quando poi, una quindicina d’anni più tardi con Sollima troverà la
vena giusta, sarà troppo tardi perché, purtroppo, il nostro cinema di genere era ormai al tramonto.
Lisa Gastoni
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