1630_GIOVANI AQUILE (Flyboys) . Stati Uniti, Regno Unito, Francia 2006. Regia di Tony Bill
A suo modo Giovani
Aquile di Tony Bill è un film avveniristico. Se consideriamo attendibile la
teoria del re-imbarbarimento della società occidentale, Giovani Aquile è addirittura troppo avanti, facendo conto, cioè,
che il pubblico sia ormai privo di ogni capacità critica. Il clamoroso flop al
botteghino del film di Tony Bill attesta che la società odierna sarà in un
momento non troppo felice, ma non ancora a livello da non distinguere
paccottiglia così esageratamente trash. Se fate una visita alla pagina Goofs del sito IMDb, dove vengono
elencati gli errori dei film, nella sezione relativa a Giovani Aquile troverete una
notevole sfilza di corpose voci. Alcune di queste imprecisioni sono marchiane,
come vedere stormi di rossi triplani Fokker DR-1 quando quella configurazione
era esclusiva del pilota Manfred von Richtofen, il celeberrimo Barone Rosso. Quello di Tony Bill è un
evidente game-movie, un film che si
ispira ai videogame e, in questo
senso, avrebbe potuto anche funzionare. Anzi, l’idea di ripescare temi e
personaggi della Grande Guerra, ossia di un evento storico e reale, per
impostare una sorta di giocattolone,
non è del tutto da scartare. Potrebbe essere un modo per porre questi argomenti
sotto l’attenzione di generazioni abituate a pensare alla Storia come qualcosa
di noioso: se ricordiamo il successo che ebbero i western, ma nel loro piccolo
anche i peplum, per esempio, si può
ritenere la cosa fattibile. Ma non è accettabile non tener conto della maggior
diffusione di notizie e informazioni che, di un prodotto dozzinale come Giovani Aquile, finiscono per minare sin
da subito la credibilità (e pure la proverbiale sospensione della stessa che è richiesta spesso al cinema). Al
limite, per supplire a questo aspetto si poteva, forse, propendere per un tono
divertito e leggero del racconto e non, come invece accade nel film di Tony
Bill, nel eroismo fanatico (l’atterraggio con l’aereo in pieno fronte), nel
sentimentalismo all’acqua di rose (la storiella d’amore) o nel politicamente
corretto (il rapporto tra il rampollo viziato e il pugile di colore). Ma in
fondo, tutto questo è relativo. Il fiasco al box office ha colpito la dove gli
autori avevano puntato: abbattuti come novellini alla prima uscita.
Nessun commento:
Posta un commento