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lunedì 3 marzo 2025

WILLIAM KELLY'S WAR

1631_WILLIAM KELLY'S WAR  . Australia 2014. Regia di Geoff Davis

Già l’utilizzo del genitivo sassone nel titolo del film di Geoff Davis, poteva essere un dettaglio significativo. Certo, William Kelly’s war (letteralmente la guerra di William Kelly) poteva anche semplicemente indicare che la storia avrebbe seguito le imprese belliche di questo William Kelly (nel film, Josh Davis). Tuttavia l’insieme del narrato del film di Davis dimostra che la guerra ufficialmente nota come tale, e di cui il soldato Kelly è partecipe, la Grande Guerra, è solo una parte, anche se la più consistente, del combattere del nostro. Non è una questione da poco, perché a questo punto non si tratta più, come potrebbe sembrare leggendo la sinossi dell’opera, di assistere alla partecipazione di Kelly al conflitto mondiale (che avrebbe meritato magari il titolo di William Kelly goes to war). Ma, piuttosto, di vedere Kelly, il fratello e il cugino (in rappresentanza di tutti gli aussie?), vivere costantemente armi in pungo e trovarsi, quasi naturalmente, a proprio agio anche sotto le armi e anche in quella guerra altre volte vissuta nei racconti o nei film come un vero e proprio inferno. Il fratello e il cugino citati sono, rispettivamente, Jack (Mathew Davis) e Paddy (Lechlan Hume), quest’ultimo importante soprattutto perché, morendo durante l’ultima offensiva contro i tedeschi, in Francia, certifica che i protagonisti non sono immortali. Questo dubbio, fino ad allora, era del tutto lecito visto che i tre sembrano avere superpoteri o, alla peggio, essere autentici rambo in incognito. Le mirabolanti imprese belliche del terzetto non bastano agli alleati dell’Intesa per evitare di prendersi la sonora scoppola di Gallipoli, qui trattata come una veloce tappa intermedia non essendo, probabilmente, la citata penisola un terreno adatto al racconto in questione. C’è da credere, infatti, che se Davis e i suoi collaboratori avessero deciso con questo film di raccontare della Campagna dei Dardanelli avremmo visto per la prima volta nella Storia gli alleati vincere quella battaglia. Brevemente, la vicenda del film si può riassumere in questi semplici passaggi: in Australia i nostri baldi giovani danno la caccia ai canguri (guerra ai canguri). La chiamata alle armi per la Grande Guerra li vede rispondere presente con entusiasmo: è la guerra ai turchi e ai tedeschi. Prima dell’azione, sotto le armi, i tre si distinguono per il gioco d’azzardo e l’imbroglio ai danni dei commilitoni: nessun tipo di remora morale sfiora il cervello dei nostri ragazzi. Del resto, la nonchalance con cui Billy, come è soprannominato William Kelly, fredda qualunque nemico gli capiti a tiro del fucile, lascia esterrefatti. 

D’accordo (per modo di dire, eh!) fare il cecchino, ma sparare ai feriti o ai barellieri si è visto raramente al cinema e, in quei pochi casi, la cosa è stata stigmatizzata. Non in William Kelly’s war, dove tutto quello che fanno i tre protagonisti è lecito o, più propriamente, dove non ci sono regole se non quelle primordiali tipiche dello stato bestiale (mors tua, vita mea, grosso modo). Non si tratta neanche di convinzione di stampo militare: al disertore che incautamente è tornato sui suoi passi, e che finisce davanti al plotone d’esecuzione, Billy non rimprovera il tradimento quanto il fatto di essersi pentito. Piccola nota: questo passaggio, con l’esecuzione nel cortile dell’improvvisato ospedale militare, è tra quelli che, insieme ad una evidente carenza di budget intuibile dalle improbabili ambientazioni sceniche, minano fortemente la credibilità del racconto. Intanto, in Australia, i bushranger, degni eredi dei condannati inglesi spediti nell’isola al tempo della colonizzazione, sono liberi di scorrazzare rubando il bestiame e uccidendo i coloni che si oppongono. Al ritorno dal fronte europeo, Billy, già operativo, intraprende la personale battaglia contro questi banditi per vendicare la morte del padre e liberare la sorella Jess (Ella McIlvena), mentre Jack, ancora non pienamente ristabilito, si occupa di sistemare (leggi, uccidere a mani nude) il contabile che aveva spalleggiato i criminali nei loro traffici. Nonostante le scene finali del conflitto bellico, con il cruento scontro all’arma bianca coi tedeschi, sia iperrealista, la guerra ai bushranger non è assolutamente da meno, sottolineando, se diamo una qualche attendibilità al film, come il panorama australiano possa aver contribuito a rendere gli aussie quelle formidabili macchine da combattimento che effettivamente furono. Per quanto possa essere una considerazione suggestiva, va onestamente detto che William Kelly’s war ha la credibilità di un videogame. Comunque, risolta a suon di morti anche questa vicenda mentre Jack si sposa, il nostro Billy, vero protagonista del film, come del resto si evince dal titolo, riprende la sua personale guerra ai canguri. E, per non rischiare che qualcuno possa pensare che la circolarità degli eventi sia casuale, ci viene anticipato che William Kelly sarà pronto per la successiva chiamata alle armi, per un altro giro di una vita avvolta nella spirale della guerra. Auguri. 



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