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giovedì 16 gennaio 2025

L'AMANTE DEL PRETE

 1608_L'AMANTE DEL PRETE (La faute l'abbé mouret). Francia 1970: Regia di Georges Franju

Dopo Thomas l’imposteur uscito nel 1965, George Franju lavora per la televisione e ritorna al cinema solo nel 1970. E’ un periodo di pausa relativamente lungo, cinque anni, ma va considerato che, in precedenza, dal 1959 al 1965 aveva diretto ben sei film, tutti di pregevole fattura. Il film con cui inaugura gli anni Settanta è L’amante del prete, discutibile titolo scelto dal distributore italiano quando l’originale La Faute de l'abbé Mouret rimandava direttamente al romanzo di Emile Zola che, peraltro, in Italia era stato da sempre presentato con un'altra interpretazione piuttosto discutibile come Il fallo dell’abate Mouret. C’era, nel Belpaese, la volontà di stemperare in forma ironica il violento anticlericalismo del libro di Zola, per cui se alla fine del 1800 si giocava un po’ col doppio senso della parola fallo in italiano – e sorprendentemente lo stesso titolo è usato anche per un’edizione del 2019 – per il film si scelse un anticipo sulle commedie pruriginose che di lì a poco dilagheranno nello stivale. Alle prese con un mostro sacro come Zola, Franju si dimostra abbastanza fedele al testo d’origine, ma non riesce del tutto ad essere convincente. Il film si può suddividere in tre tronconi: la prima parte presenta personaggi e situazioni. Siamo nel sud della Francia, ad Les Artaud, uno squallido paese di campagna, dove la gente vive in miseria e sembra aver perso la fede nella Chiesa. La messa dell’abate Serge Mouret (Francis Huster) è praticamente deserta ma il giovane prete è ben disposto verso i suoi parrocchiani mentre impone a sé stesso digiuni e penitenze. Di pasta totalmente differente è il più vecchio curato Archanias (André Lacombe) che ama mangiare e preferisce usare il bastone per il suo gregge, o la bacchetta nel caso del catechismo ai più piccoli che si diverte a terrorizzare. Vicino al villaggio, in una tenuta con uno splendido parco, vive isolato da tutti Jeanbernat (Fausto Tozzi), misantropo e ruspante ateo convinto e mal disposto nei confronti di chiunque a cominciare da chi indossi la toga. Insieme a lui vive la bellissima nipote Albine (Gillian Hills), destinata inevitabilmente dalla trama ad avere una love story con l’unico altro giovane della scena, l’abate Mouret. 

Il pretesto è un mancamento che i forzati digiuni causano a Serge e il conseguente intervento di suo zio, il dottor Pascal (il bravo Tino Carrato) che porta il nipote alla residenza di Jeanbernat per farlo riprendere visto che il poverino ha smarrito la memoria. Per questa prima parte il racconto è stato abbastanza verosimile, a parte qualche pennellata appena surreale tipica di Franju, come la scena della vecchia morta e dei suoi eredi che si scannano furiosamente, paragonati alle galline che, al contrario, sembrano assai più civili nel loro razzolare. Nel Paradou, il parco dove Serge ozia con Albine, la deriva simbolica prende il sopravvento, forse uscendo anche un po’ dal seminato. C’è l’albero della conoscenza, il serpente tentatore, il peccato originale e la vergogna successiva; forse eccessivamente didascalico, eppure la scena con Albine sdraiata sotto l’albero mentre mangia le ciliegie direttamente da un ramo che quasi tocca terra, ha la solita efficacia visiva tipica di Franju. Tuttavia la fase centrale del film, quella ambientata nel Paradou, sembra eccessivamente ingombrante rispetto all’economia che ha poi sulla storia: vero è che è qui che si compie il punto cruciale ma vedendo la bellezza sfavillante di Gillan Hills era legittimo anche restare nei tempi del colpo di fulmine. Anche perché la trama non regala novità se non le scene simboliche citate che, in questo modo, risultano però un po’ troppo prevedibili il che è il peggio che può capitare ad un narratore d’eccezione come Franju. Infatti il film si riprende quando un violento temporale fa crollare il muro di cinta del parco e Serge vedendo Les Artaud sullo sfondo riacquista coscienza di sé, come un avvoltoio compare anche Archanias che impone all’abate di tornare ai suoi doveri clericali. Il tratto finale di film è intenso e i nodi giungono al pettine: Serge è tormentato dal rimorso, Archanias infierisce su di lui, Albine si ripresenta sulla scena ma l’abate la scaccia in malo modo. 

La ragazza, incinta, si lascia morire in mezzo ai fiori – altra scena bizzarra di Franju, sebbene visivamente meno efficace di altre – per un ulteriore dramma interiore di Serge, stavolta indubbiamente meritato. Ipocritamente, il giovane identifica nel ricordo dell’amata la statua della vergine che può ora adorare senza incorrere nel peccato. La carne, che l’abate rifiutava anche di mangiare, è peccato ma quello che aspetta il prete è una vita di rimorso, rinuncia, penitenza: la religione secondo la dottrina ufficiale della Chiesa. Il paragone con la vita immersa nella natura del Paradu con Albine, è emblematico. Ma, nonostante la critica del film non risparmi nemmeno l’uso che la religione ufficiale fa della figura del Cristo, un uomo adorato ed esaltato nella sua sofferenza, il finale riserva un passaggio, reso in modo clamoroso da Franju, che rimescola un po’ le carte. Il burbero Jeanbernat l’aveva promesso al sadico Archanias, che gli avrebbe tagliato le orecchie, ma sembrava una sparata goliardica. Invece, proprio in chiusura, al funerale di Albine, Jeanberant si presenta con un coltello e mozza di netto l’orecchio del parroco, che finisce poi nella fossa. Il vecchio prete fa quindi la fine di Malco, un servo del sommo sacerdote della religione ebraica, a cui Pietro, poi fondatore della chiesa cattolica, taglia l’orecchio, almeno stando ai Vangeli, al momento dell’arresto di Gesù. In quei tempi il potere ecclesiastico era quello ebraico, a quelli del racconto di Zola, la chiesa cattolica: ed è a contro quel potere mutaforma che è indirizzato il racconto. Nella versione filmica di Franju, va riconosciuto, non efficace come la spada di San Pietro. 





Al cinema di Georges Franju Quandolacittàdorme ha dedicato ENIGMA FRANJU - IL CINEMA DI GEORGES FRANJU 



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