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mercoledì 17 aprile 2024

DOVERE E SACRIFICIO

1469_DATORIE SI SACRIFICIU (t.l. Dovere e sacrficio). Romania 1926; Regia di Ian Sahighian.

Traduzione letterale del titolo originale rumeno Datorie si Sacrificiu, le parole dovere e sacrificio bene esplicano il significato della pellicola di Ion Sahighian. L’adesione alla Prima Guerra Mondiale era stata piuttosto controversa, con il paese balcanico che aveva in precedenza stipulato un accordo con gli Imperi Centrali e preferì, in seguito, unirsi invece alla Triplice Intesa. Non si trattava di formale tradimento degli accordi, visto che l’intervento rumeno era previsto solamente in caso di aggressione degli alleati mentre lo scoppio del conflitto era stato causato dalla dichiarazione di guerra dell’Impero Austroungarico alla Serbia. In ogni caso andava trovata una giustificazione per motivare la decisione di schierarsi contro i vecchi alleati e la si trovò nell’occupazione austriaca della Transilvania, una regione dove la maggioranza della popolazione era rumena. In Dovere e sacrificio, quando si parla di liberare i nostri fratelli, ci si riferisce probabilmente ai rumeni che vivevano nelle terre occupate dall’Impero Austroungarico; tuttavia la popolazione mostrata, durante la prima parte, non sembrava preoccuparsene troppo. Ileana (Lulu Chiriac) è la bella del villaggio ed è contesa dal corrisposto Ion (George Vraca) mentre il violento Ilie (Ion Nicolescu-Bruna) viene respinto. Ilie non è però tipo da arrendersi e insidia prima la ragazza, poi si scontra con Ion: insomma, sembra proprio che il tema di cui il regista Sahighian vorrebbe occuparsi, e forse anche il pubblico rumeno del tempo, sia un classico melodramma. Ad interrompere queste beghe sentimentali di paese, arriva la chiamata alle armi che è vissuta in Romania come un obbligo morale verso i compatrioti che vivono sotto il dominio dell’Impero Austroungarico. Dovere, sì; e successivo sacrifico, certo: ma non tutto questo entusiasmo, per la verità. Naturalmente, Ion e Ilie finiscono nella stessa compagnia e non ci sono sorprese in agguato: Ion sarà eroico anche sul fronte lungo il fiume Siret, mentre Ilie si macchierà della peggiore infamia. Durante un’azione di ricognizione, Ion si comporta infatti in maniera encomiabile beccandosi anche una pallottola; Ilie, credendolo spacciato, proverà a fuggire per tornare da Ileana. Come si vede anche in questo dettaglio narrativo, il tema sentimentale sembra più forte di quello patriottico, con uno dei protagonisti che, in trincea e in piena attività bellica, pensa di cogliere al volo l’occasione propizia in campo amoroso. E’ però un comportamento da condannare gravemente, non tanto il tentativo con Ileana quanto la diserzione: non a caso non si saprà chi sparerà il colpo fatale che fredda il traditore, se un nemico o un compagno d’armi. Un fucile armato da mano anonima si alza infatti e mette fine alla sua corsa: che i disertori non sappiano nemmeno chi li giustizia. Dovere e sacrificio, questo chiedeva la Romania e questo è stato. 


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